Dimenticare l’annus horribilis che ci ha perseguitato fin qui e, come i ragazzi che tornano a scuola, considerare settembre l’inizio di un nuovo ciclo della nostra vita e del nostro lavoro.
Forse solo questo atteggiamento ci può dare una ripartenza positiva, cosciente che tra i tanti rischi che ogni giorno corriamo da quando siamo nati, c’è anche questo, il malefico Covid-19, e dobbiamo conviverci. Entriamo dunque nei prossimi mesi con ottimismo, speranza, consapevolezza, come fosse un altro anno, un altro decennio, un altro secolo, un altro futuro dove niente sarà più come prima e molti tasselli scomposti potranno, forse, andare a posto...
Se Milano è diventata il primo esempio di città dove la moda ne determina il carattere, il design è un fenomeno globale, la creatività parla le lingue del mondo, il tessuto urbano è punteggiato di temporary-location e il Fuorisalone è diventato un modello imitato da molte capitali, forse il merito è anche un po’ del destino, oltre che dei suoi illuminati pionieri. Questo almeno è quello che sostiene Flavio Lucchini, fondatore e presidente di Superstudio Group, ma anche editore ed artista, protagonista della Milano creativa fin dal 1960, le cui scelte di ieri hanno molto contribuito alla Milano di oggi. Questo è quello che Lucchini in veste di autore racconta nel suo ultimo libro IL DESTINO - dovevo fare il contadino ma ho incontrato la moda (e non sono uno stilista), un percorso in prima persona attraverso gli anni d’oro della moda e gli incontri con i grandi stilisti, gli intellettuali, i famosi fotografi, gli artisti del tempo, le rivoluzioni sociali. E il come e il perché sono nati dal suo background di giornalista e art-director i due grandi hub Superstudio 13 per la fotografia e l’immagine della moda, Superstudio Più per il design, la creatività, l’innovazione, i grandi eventi.
È entrato ragazzino, nel 1983, e fin dai primi giorni, con passione, con tenacia, ha costruito la sua professionalità. Da tempo Danilo Pasqua dirige Superstudio 13 ed è punto di riferimento dei grandi come dei giovani fotografi. La sua competenza si è formata sul campo, la sua esperienza accumula ricordi preziosi.
Chi era Danilo Pasqua quando è entrato al Superstudio?
Un ventenne pieno di speranze con tantissima volontà e con una smisurata passione per la fotografia.
30 anni in prima linea. Il ricordo più bello?
Ho molti ricordi, tutti belli e pochissimi negativi, ma quello che ancora oggi ricordo con molta emozione è aver conosciuto Irving Penn, per me il più grande maestro ...
Sembrava una pazzia, tre anni fa, l’idea di Gisella Borioli, CEO di Superstudio Group, di reintitolare “Temporary Museum” l’evento tutto sommato commerciale che ospitava al Superstudio Più fin dal 2001 alcune aziende di design che avevano scelto di esporre in zona Tortona, diventato quartiere espositivo complementare al “Salone del Mobile” di Rho, a Milano. Sembrava una follia porsi un museo contemporaneo come punto di riferimento per costruire una esposizione multipla di brand ciascuno con una ben precisa e diversa identità e chiedere loro il sacrificio di chiudersi in lunghe “gallery” misteriose anziché aprirsi in stand espansivi, di rinunciare al giganteggiare del logo esterno a favore di una segnaletica discreta e uniforme, di impegnarsi in una esposizione artistica