Ha cominciato bruciacchiando le icone storiche del design, pezzi autentici di Eames, Rietveld, Gaudì. La serie Smoke è infatti il punto di partenza che chiarisce la sua visione, 2002, appena laureato. Qualche anno dopo arriva al Superstudio, 2006, con Clay, la serie di sedie e mobiletti imperfetti, irregolari, come modellati a mano. E infatti lo sono. Scheletri rivestiti in plastilina. Con il suo lavoro naif, divertente, concettuale, teatrale, ribelle che scuote il mondo del bello e della perfezione - già definito Contemporary Kitsch - Maarten Baas si pone subito come uno dei più influenti giovani designer olandesi del nuovo secolo, dove le strade si diramano e indicano nuovi orizzonti.