La Triennale a presidenza Stefano Boeri continua a sorprendere con la sua sempre più interessante attività. Chiuso il lungo periodo delle mostre annuali di design a tema curate da Silvana Annicchiarico, ora ospita una forma più classica e permanente di esposizione. In contemporanea con l’imperdibile mostra Broken Nature a cura di Paola Antonelli, è arrivato infatti a piano terra, aperto senza filtri, il Museo del Design a cura di Joseph Grima. Un modo per rispondere a una domanda basica di cultura e conoscenza - in collegamento con il museo dell’ADI e i musei aziendali della regione - e anche di dare visibilità alla dotazione della Triennale di pezzi iconici dei grandi maestri. Ritrovare oggetti domestici, entrati senza clamore nelle nostre case, come la macchina da scrivere Valentine di Sottsass, la poltrona gonfiabile di Zanotta, l’immancabile seggiolina pieghevole Plia, fino alla rottura col perbenismo e il modernismo dei mobili di Memphis, è aprire un album dei ricordi. Un allestimento essenziale, con un altrettanto semplice collegamento a pubblicazioni e fatti del tempo, dal 1950 al 1980. Un itinerario nostalgico per chi quegli anni li ha vissuti, una promenade culturale per studenti e giovani appassionati.