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22/09/2020 | EDITORIALE

CAPACITA’ E CREATIVITA’ AL FEMMINILE

Di: Gisella Borioli

Ho sempre pensato che alle donne, tranne pochissime fortunate, non è dato il posto che loro spetta. Ho sempre pensato che la loro disponibilità e concretezza, unite alle altre qualità che non mancano a uomini e donne capaci, potessero essere un valore aggiunto per chi ha in mano le leve di potere. Senza retropensieri femministi, giudizi politici o rivendicazioni di quote rosa, non può che farmi piacere vedere che il pool di donne che ora muovono le leve dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, Christine Lagarde, Angela Merkel, senza contare quelle un gradino appena più sotto, stanno prendendo decisioni umane e indispensabili, anche rivedendo trattati e preconcetti. Se ai vertici qualcosa si muove è il segnale che ora tocca alle donne?

Ho sempre pensato che la creatività non ha sesso, ma quella delle donne ha in più una sensibilità acuita e una spinta alla decorazione tutta sua. 
Ho sempre pensato che a fronte di tante laureate a pieni voti nei politecnici e nelle accademie d’arte non c’è riscontro nel numero delle professioniste conosciute per il loro talento...

Ho sempre pensato che alle donne, tranne pochissime fortunate, non è dato il posto che loro spetta. Ho sempre pensato che la loro disponibilità e concretezza, unite alle altre qualità che non mancano a uomini e donne capaci, potessero essere un valore aggiunto per chi ha in mano le leve di potere. Senza retropensieri femministi, giudizi politici o rivendicazioni di quote rosa, non può che farmi piacere vedere che il pool di donne che ora muovono le leve dell’Unione Europea, Ursula von der Leyen, Christine Lagarde, Angela Merkel, senza contare quelle un gradino appena più sotto, stanno prendendo decisioni umane e indispensabili, anche rivedendo trattati e preconcetti. Se ai vertici qualcosa si muove è il segnale che ora tocca alle donne?

Ho sempre pensato che la creatività non ha sesso, ma quella delle donne ha in più una sensibilità acuita e una spinta alla decorazione tutta sua. 
Ho sempre pensato che a fronte di tante laureate a pieni voti nei politecnici e nelle accademie d’arte non c’è riscontro nel numero delle professioniste conosciute per il loro talento.
Così, pur con i limiti territoriali dovuti alla pandemia ho raccolto la sfida di individuare artiste intrigate da alcuni elementi propri del design e designer che lavorano sul filo dell’arte e le ho invitate al primo evento sul tema, anticipatore di un programma, che abbiamo chiamato NELLE MANI DELLE DONNE.
E’ una mostra con doppia curatela, che avvicina e confronta il lavoro delle artiste e delle architette: quella di Sabino Maria Frassà per le prime e la mia per le seconde. Nelle loro mani i materiali si trasformano, aggiungono altri significati alla primaria funzione, diventano fonti di stupore e meraviglia. 
Una mostra che ho voluto libera, leggera, amichevole, non paludata. Come una chiacchiera, o una visita, tra amiche che ti aprono cassetti segreti. Quelli della loro creatività non necessariamente legata a esigenze commerciali o produttive. Lasciata libera di esprimersi e anche di divertirsi, guardando vicino e lontano.
Così, sotto il titolo “I Fiori della Materia”, Paola Navone si racconta in un salotto attraverso un pattern che mixa insolite trouvailles, Ilaria Marelli “cuoce” al forno la plastica e ne fa imprevedibili oggetti-scultura definiti dal colore, Elena Salmistraro “disegna” il metallo per farne un contenitore che sorride, Adriana Lohmann crea un giardino che mantiene le distanze con le trasparenze, Isabella Angelantoni Geiger costruisce dei poetici piccoli “edifici” tra arte e architettura che evocano l’instabilità della nostra vita, Mavi Ferrando recupera dal passato le sue sedute-personaggio fatte per farsi guardare, Vera Belikova segna il tempo della sua giovane vita con instabili orologi immersi nel mosaico, Francesca Gasparotti riprende la tradizione del tappeto afgano e la contamina col Bauhaus.
Le artiste invece sotto il titolo “Narcisi Fragili” e la guida del curatore si mettono in scena con un omaggio a Laura de Santillana, straordinaria maestra del vetro recentemente scomparsa, affiancata da Daniela Ardiri, Flora Deborah, Giulia Manfredi, Maria Teresa Ortoleva, Francesca Piovesan. Le accomuna la ricerca della bellezza nella materia e quella fragilità che si intuisce sotto la forza femminile. “Essere un artista, o meglio fare l'artista, diventa un modo per restaurare un rapporto con la realtà materica e trasformare il "proprio" caos in qualcosa di diverso, in bellezza. Siamo quindi tutti dei narcisi fragili salvati dalla gratuità, dall'assenza di finalità pratica del gesto artistico, che speriamo riesca a rendere eterni almeno ciò che siamo e/o abbiamo pensato. L'arte da sempre è una promessa di eternità, di lasciare un seme che sboccerà negli occhi e nelle menti degli altri. Un modo per condividere il proprio vissuto, quando non si riesce (più) a raccontarlo a parole.” Spiega meglio Sabino Maria Frassà, introducendo una mostra piena di poesia e di emozioni.
Il progetto NELLE MANI DELLE DONNE, nel suo significato più ampio, già prevede altri appuntamenti, tra cui l’importante occasione della Design Week di aprile con un grande spazio al Superstudio Più tutto dedicato alla visione di architette, designer, maker, artigiani, progettiste. L’interesse è tanto, le selezioni sono aperte. Mi sento di anticipare: ne vedremo delle belle...

Grifo by Elena Salmistraro for Altreforme. I Fiori della Materia
Thammada site specific installation by Paola Navone. I Fiori della Materia
shelter by Isabella Angelantoni Geiger. I Fiori della Materia
"Narcisi Fragili" art exhibition curated by Sabino Maria Frassà. ph Francesca Piovesan courtesy Cramum and Superstudio

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