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31/03/2020 | LIBRI, PEOPLE

ARCHITETTURA AL RITMO DI ROCK

Di: Gisella Borioli

Per l’architetto Massimo Roj fondatore di PROGETTO CMR, società di progettazione integrata, e della sua band (con Marco Ferrario e Antonella Mantica) certamente sì. E anche per il curatore Fortunato D’Amico con cui ha dato vita a un sorprendente libro intitolato Rocktecture, un neologismo che riporta in superficie l’influenza che quella musica rivoluzionaria ha avuto sui giovani studenti dei politecnici dei ‘70 e su tutta la cultura degli anni a venire e li ha spinti a dimenticare gli insegnamenti dei loro famosi maestri per avventurarsi sulla strada di una architettura innovativa, di rottura.
Rocktecture non ha niente a che vedere con i libri che illustrano gli ultimi edifici e le soluzioni urbanistiche delle archistar, ne sottolineano, e spesso esaltano, le caratteristiche costruttive e tecniche, si sfogliano soffermandosi su pagine ...

Per l’architetto Massimo Roj fondatore di PROGETTO CMR, società di progettazione integrata, e della sua band (con Marco Ferrario e Antonella Mantica) certamente sì. E anche per il curatore Fortunato D’Amico con cui ha dato vita a un sorprendente libro intitolato Rocktecture, un neologismo che riporta in superficie l’influenza che quella musica rivoluzionaria ha avuto sui giovani studenti dei politecnici dei ‘70 e su tutta la cultura degli anni a venire e li ha spinti a dimenticare gli insegnamenti dei loro famosi maestri per avventurarsi sulla strada di una architettura innovativa, di rottura.
Rocktecture non ha niente a che vedere con i libri che illustrano gli ultimi edifici e le soluzioni urbanistiche delle archistar, ne sottolineano, e spesso esaltano, le caratteristiche costruttive e tecniche, si sfogliano soffermandosi su pagine rigorose e immagini impeccabili.
No, questo libro è diverso, le pagine sembrano composte al suono della batteria, ogni foglio potrebbe essere la cover di un disco, ogni foto è liberamente trattata con una libertà pop, o meglio rock. Un libro che suona forte, senza fare rumore.
Racconta, è vero, venticinque anni di attività di quello che è uno studio considerato tra i cento migliori al mondo attraverso edifici, oggetti, progetti, citazioni e omaggi ai rockettari più famosi che, senza saperlo, ne hanno condizionato le scelte. Ma lo fa con un ritmo  tutto suo, quasi ogni pagina corrispondesse a un song. Perché- come scrive Massimo Roj – «Sì, proprio lui. Il Rock, è l’animale indomato che ha nutrito i nostri sogni negli anni della crescita, dato un respiro ritmico alle speranze e alle ambizioni confusamente mescolate nella testa, vestite di ideali umanitari inseguiti indossando scarpe da tennis per un viaggio in mondi reali e immaginari. On The Road Again, come suggeriscono le parole del brano dei Canned Heat del 1970. Il Rock’n’Roll ha acceso il motore e dato avvio a un progresso sociale, tecnologico, umanitario, discutibile o meno, di cui siamo stati tutti protagonisti e in parte anche progettisti e artefici dei prossimi sviluppi».
A questo punto la domanda è d’obbligo: quale genere di architettura potrebbe mai scaturire da Rap e Trap?
Il libro è in italiano e inglese, si ordina su Amazon o scrivendo a press@progettocmr.com





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