Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano dal 2011 al 2016, sottolinea l’importanza della Milano del design e della moda ricordando il conferimento del prestigioso premio Ambrogino d’Oro, che la città attribuisce ai suoi cittadini più meritevoli, andato nel 2014, tra gli altri, a Gisella Borioli per il contributo dato alla crescita culturale della città con Superstudio e non solo.
Quel 7 dicembre dei miei anni da Sindaco: lo ricordo bene. Non solo perché il 7 dicembre è il giorno della festa di Milano, del ricordo di Sant’Ambrogio Vescovo e Patrono della città, della prima della Scala; ma anche perchè per il Sindaco la giornata inizia con la consegna dell’Ambrogino d’Oro, la più alta delle benemerenze civiche, a chi ha dato “un contributo speciale al prestigio della città”.
Da sindaco non dimentico gli incontri con i cittadini, le sedute di giunta con gli assessori, le nottate in Consiglio comunale per approvare il bilancio o altri provvedimenti urgenti, i pranzi a scuola con i bambini per valutare con loro il servizio delle mense scolastiche, lo studio dei progetti per il car sharing e la sua capacità innovativa, la restituzione della Darsena alla città, la festa delle nozze d’oro dedicata ai cittadini che celebravano i cinquant’anni di matrimonio, la prima della Scala col Presidente della Repubblica (e con lo smoking che in vita mia non avevo mai voluto indossare e non ho mai più indossato).
Ma una delle emozioni più forti è stata, per cinque anni, la consegna, il giorno della festa del patrono, delle civiche benemerenze al Dal Verme, teatro storico di Milano. Lo ricordo come fosse ieri: Il 7 dicembre 2014, tra i premiati c’era Gisella Borioli che mi aveva colpito per quello che aveva costruito negli anni e anche, lo confesso, per la sua dolcezza e il suo caschetto di capelli sempre perfetti.
Ritrovo la motivazione del suo Ambrogino: “Imprenditrice, giornalista, direttrice protagonista indiscussa del mondo della moda milanese. Ha contribuito al rafforzamento di questo settore chiave dell’economia e dell’immagine di Milano. Con il suo lavoro, con le sue pubblicazioni di libri di moda e costume e con iniziative come la fondazione di Superstudio, importante realtà della comunicazione e del design. Esempio di come la passione per il proprio lavoro possa diventare elemento di crescita e sviluppo per l’intera comunità”. Moda, comunicazione, design. Tre elementi che identificano Milano – e con Milano l’Italia – nel mondo.
Il 2000, anno di nascita di Superstudio, è stato un anno di grande cambiamento. L’anno in cui è stato chiaro che Internet aveva fatto la più profonda rivoluzione della storia e che di lì in avanti niente più avrebbe potuto prescinderne. L’anno in cui, dopo secoli di predominanza maschile, si è avuta contezza del fatto che tra i protagonisti dell’economia stavano finalmente trovando il loro spazio le donne. Cambiamenti radicali, prospettive rovesciate. E anche Superstudio, nel suo piccolo ma con le sue potenzialità, ha contribuito a capovolgere una situazione che sembrava bloccata e ha aperto la strada a quel cambiamento della città – da “chiusa” è diventata “aperta” – che sul versante amministrativo ho avuto la possibilità di portare a compimento anni dopo, quando sono diventato sindaco.
Con Superstudio è cominciata quella che si potrebbe definire la democratizzazione del design, la presa di coscienza da parte di tutti i cittadini della bellezza e del valore dei prodotti dei nostri designer e delle nostre imprese. Mobili, lampade, oggetti, non restavano più chiusi nei padiglioni della Fiera, destinati ad essere conosciuti soltanto dai compratori e dagli addetti ai lavori. Il seme di quel meraviglioso progetto che è diventato il Fuorisalone, la città intera che conosce, vive e festeggia una delle sue eccellenze, è nato al Superstudio grazie a Gisella Borioli. Un seme che è germogliato e che, come tutti i semi, ci ha portato lontano, in un’era nuova che sembrava impossibile.
Ma qual era la benzina che muoveva questa macchina? Credo che si possa riassumere in due parole: la lungimiranza e la dedizione. Immaginare cosa può essere domani, che non esiste ancora oggi, è una dote non comune. Ma per percorrere strade inesplorate, e quindi irte di ostacoli, disseminate di incognite, ci vuole una dose infinita di passione. Ci vuole la volontà di andare avanti e la fiducia di riuscire a farcela. Vent’anni dopo, la storia di Superstudio si è arricchita di molte pagine. E questo libro, che è piacevole leggere, le racconta.
Giuliano Pisapia