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08/06/2020 | ARTE

NANDA VIGO. LA REGINA DELLA LUCE

Di: Gisella Borioli

E’ morta a metà maggio Nanda Vigo, artista della luce che ha collaborato con i più grandi artisti degli anni 60/70, lasciando il segno della sua forte personalità. L’ultima mostra a Palazzo Reale di Milano è stato un tardivo e nello stesso premonitore omaggio alla sua grandezza.

Ricordo una bella e vivace ragazza bionda che mentre mi affacciavo alle mie prime esperienze da redattrice prima ad Ottagono e poi a Vogue, nella seconda metà degli anni ’60 metteva a soqquadro la Milano più tradizionale portandovi con i suoi compagni di squadra, Piero Manzoni, Lucio Fontana, Enrico Castellani, e il grande Gio Ponti, il vento effervescente dell’avanguardia. E’ con Fiorucci, pioniere di tutte le cose nuove, che l’ho conosciuta, con un misto di soggezione e ammirazione. Era forte, ironica, battagliera, in anni in cui le donne facevano ancora fatica ad emergere in ambienti considerati maschili. Artista, designer, architetto? Ogni qualifica era per lei riduttiva.  L’ho ritrovata in Nanda Vigo Light Project, la bella mostra a Palazzo Reale a cura di Marco Meneguzzo (estate 2019), prima retrospettiva antologica finalmente dedicatale in Italia, dopo le più di quattrocento mostre nel mondo. Quelle sue luci, magiche poetiche e rigorose, molto vicine al linguaggio del design in cui era contemporaneamente impegnata, ci hanno ricordato quanto fosse avanti e ancora e sempre attuale. Come lei stessa ha ricordato in una intervista per Elle Decor al momento dell’inaugurazione “Si tratta di una mostra antologica basata sui decenni: gli anni ’60, ’70, ’80 e 2000. È un viaggio attraverso tutte le evoluzioni più o meno grafiche del mio lavoro. Era giunto il momento, ma non venitemi a dire che devo ringraziare qualcuno, perché questa mostra è una cosa dovuta e l’ho reclamata a gran voce: l’hanno concessa a chiunque, mentre per dedicare a me, milanese doc, una mostra istituzionale hanno aspettato 65 anni di lavoro. Non mi sorprende: è da sempre che devo fare più fatica degli altri. Il mio è stato un percorso al femminile, un’altra grana mica da ridere. Indipendentemente dall’idea che si ha oggi degli anni ’60, essere donna all’epoca era ancora di più difficile che esserlo oggi". 
Senza rimpianti a 83 anni era ancora capace di guardare oltre, concludendo: “Io spero di guidarvi molto lontano, verso le stelle. Lontano ma non lontanissimo: voglio andare verso le stelle, che è da dove proveniamo, quasi fosse un ritorno primordiale in un mondo fantastico. Con quale stato d’animo si compie il viaggio però non sta però a me definirlo, ognuno è libero di farlo come meglio crede. Io mi limito a guidarlo con un mezzo adatto per andare fuori, senza dubbio sulla astronave Enterprise.” Buon viaggio Nanda, siamo felici che Milano ti abbia onorato prima che tu volassi via.

"Nanda Vigo. Light Project", Palazzo Reale Milano, 2019
"Nanda Vigo. Light Project", Palazzo Reale Milano, 2019
"Nanda Vigo. Light Project", Palazzo Reale Milano, 2019
"Nanda Vigo. Light Project", Palazzo Reale Milano, 2019

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