Nell’ex-stamperia di via Assab, a Milano, dove un tempo si stampavano libri, cataloghi d’arte e enciclopedie, continua l’esplorazione del mondo dell’arte attraverso i molti linguaggi in cui oggi si esprime, grazie alla passione di Elena Quarestani e del suo team di collaboratori sempre aperto a nuovi contributi. Segnaliamo la nuova mostra a tre voci 1+1+1/2020 visitabile fino al 24 novembre.
Per il quarto appuntamento con 1+1+1 ad Assab One, torna il confronto tra espressioni artistiche diverse, su progetto di Elena Quarestani con la curatela di Federica Sala. Un appuntamento fuori dai circuiti, dalle regole, dal mercato che offre tuttavia uno scorcio di ricerche importanti che invitano a riflettere e un angolo della vecchia Milano che si nutre inaspettatamente d’arte. Uno spazio indipendente e una associazione no-profit che si muove per il puro piacere dell’arte, tra i primi ad aprire dopo la crisi più acuta della pandemia.
Nelle ampie sale che conservano per lo più il sapore di una industria del novecento, oggi le grandi installazioni molecolari autoprodotte di Loris Cecchini si susseguono alle poesie illustrate dai tablet dello studio londinese Pentagram & Friends, fino alle architetture nomadi di Michele De Lucchi chiamate "Many Hands Make One", declinazione del progetto di ricerca architettonica Earth Stations Many Hands con cui il suo studio multidisciplinare AMDL Circle indaga i rapporti tra popoli, artigianato ed architettura.
Michele De Lucchi, l’architetto protagonista di gran parte del cambiamento di Milano (autore tra l’altro del Museo del Design della Triennale e, per quel che ci riguarda, del Superstudio Cafè nella corte di via Forcella 13) parte da un elemento primordiale come il tappeto e lo trasforma da oggetto domestico in una casa sospesa che invita al riposo e all’incontro e allo scambio, sottolineando come sia nel disegno che nella realizzazione il tappeto sia, per sua stessa natura, l’espressione di una storia collettiva.



