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15/05/2023 | EDITORIA

IL LUNGO PERCORSO DI VIA TORTONA E DINTORNI

Di: Giorgio Re

Lo racconta nel suo ultimo libro “Tortona Solari. Milano in un quartiere”, edito da Mursia Roberto Monelli, classe 1957, architetto, giornalista, pubblicista e copywriter.  L’opera, realizzata in collaborazione con l’associazione Museolab6, è stata recentemente presentata al centro culturale BASE Possiamo parlare di una vera e propria guida, concepita per creare attenzione e curiosità nel lettore a favore di una zona che ha conosciuto numerosi cambiamenti, forse tra i più interessanti e incisivi tra quelli che Milano ha vissuto da oltre un secolo fa a oggi. Episodi singoli che creano una mappa: l’autore si muove per aree, per vie, da numero civico a numero civico con la cura e l’interesse di uno storico, la precisione di un topografo/cartografo, persino di un detective. I dati, i fatti, gli aneddoti abbondano, alcuni ben noti, altri pressoché ignoti ai più, ma non per questo meno coinvolgenti o meno accuratamente indagati.

“All’inizio c’erano campi, cascine e due sentieri”, racconta l’autore. Poi, nel 1870, con l’inaugurazione della stazione ferroviaria di Porta Genova - la più antica ancora operativa a Milano - e della linea che collega il capoluogo a Mortara, tutto cambia. I dintorni di Via Tortona e Via Solari diventano prima borgo e poi città, o meglio parte integrante della Milano post-unitaria, seconda città del neonato Regno con i suoi 300.000  abitanti – allora seconda solo a Napoli – che è già capitale economica del nuovo Stato, grazie alla sua collocazione geografica e alle buone infrastrutture ereditate dalla lunga dominazione austriaca. Da totalmente agricolo, il quartiere diventa presto e velocemente industriale. Conserva il primato di sito produttivo per eccellenza, competendo per concentrazione di aziende con pochi altri, per almeno cent’anni. Le maggiori imprese italiane e internazionali stabiliscono qui i loro quartier generali, affiancandosi a laboratori artigianali e ad abitazioni operaie. Parliamo di Ansaldo, Osram, CGE, Bisleri, Richard-Ginori, Bugatti, Isotta Fraschini e di molti altri nomi d’eccellenza ancora.

Ma la zona conosce da qualche decennio una “terza vita”, ben conosciuta e apprezzata ben oltre i confini di Milano e dell’Italia. Dopo circa cento anni dal primo boom, ne arriva, rapido, un secondo. Il primato industriale dell’area si esaurisce, gli stabili sono obsoleti o inadatti alla nuova realtà produttiva che sostituisce quella ottocentesca o primo-novecentesca, le loro dimensioni inadeguate, la delocalizzazione si fa già sentire. Glii anni ’70 e i primissimi ’80 del secolo scorso sono tempi di decadimento e di abbandono. Subito risolti: gli spazi lasciati liberi divengono presto terreno di conquista e di valorizzazione grazie alla moda, che in parte, per ragioni varie, lascia a sua volta il cosiddetto Quadrilatero in pieno centro. I “vecchi” spazi risultano ottimali: sono ampi, funzionali, non eccessivamente costosi. Serve “solo” una rispolverata u po’ incisiva per adeguarli ai nuovi scopi. A pioggia si aprono studi fotografici, sale per sfilate di moda, show room, spazi multi-tasking per eventi di vario genere. E, pressoché in contemporanea, insieme alla moda arrivano arte e soprattutto design, tant’è che esattamente questa zona diviene il cuore pulsante del Fuorisalone, espressione tra le più significative della nuova identità di Milano, post-industriale, più creativa che mai, sempre capace di rialzarsi in fretta. In sintesi lo spiega l’autore stesso: “Il quartiere Tortona Solari ha trasformato il suo passato industriale in un paradigma dell’identità urbana contemporanea”. Milano in un quartiere, appunto.

Il “cuore del cuore” del distretto? Superstudio Più, secondo Monelli, con la sua madrina Gisella Borioli - madrina in verità sia del Fuorisalone, grazie al Superdesign Show, sia  della nuova district identity - che già nel 1983, quaranta anni fa, approda qui, rilevando l’area della CGE.. Neppure Gisella Borioli lesina aneddoti “La prima sfilata di Vivien Westwood l’abbiamo fatta in mezzo alle macchine della CGE, le operaie c’erano ancora e non le abbiamo mandate via… Subito dopo abbiamo spalancato le porte al pubblico e a designer come Jasper Morrison, Philippe Starck e i fratelli Bourollec… E l’edizione 2001 dell’evento, soltanto la seconda, ha accolto già 13.000 visitatori.”


 

Roberto Monelli

“Tortona Solari. Milano in un quartiere”

Mursia Editore, 2023.


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