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28/03/2025 | MILANODESIGNWEEK2025

HAPPINESS? DIPENDE DA NOI

Di: Gisella Borioli

Partiamo da una riflessione. 25 anni dopo la nascita, a partire dal Superstudio Più in via Tortona, di quella che è oggi la Milano Design Week diffusa nei quartieri, cosa è diventato il design nella sua trasformazione da momento commerciale riservato agli architetti, ai designer, ai creativi, ai buyer, ai venditori, ai fabbricanti, agli immobiliaristi, ad altri “addetti ai lavori”, ora grande kermesse pop e popolare che attira in città, oltre ai suddetti, folle di appassionati, di explorer, di studenti, di curiosi, di famiglie intere?

La Milano Design Week è diventata, a nostro avviso, non solo la settimana più effervescente, più internazionale, più democratica, più attenta alla sostenibilità, più visionaria dell’anno, ma anche l’appuntamento più gioioso, intrigante, persino ludico, dispensatore di briciole di piacere. Attirando a sé oltre ai produttori di arredi, oggetti e device di ogni dimensione in dialogo con l’AI, anche creativi e brand “fuori settore”, dall’automotive, al fashion, al food, al beauty, persino i lavori di studenti e artisti... e via dicendo. Un panorama allargato pieno di promesse, per il presente, per il futuro. Spesso diretto senza filtri ai consumer che lo aspettano, felici di esserci.

Felicità. Ecco la parola chiave, che racchiude speranza e bellezza. In questi tempi bui e incerti di post-Covid, di guerre, di crisi economiche, di cambiamenti geopolitici, di dazi trumpiani, è qualcosa di cui abbiamo bisogno, almeno un poco, almeno nelle nostre case, negli esterni in cui viviamo, nei gesti quotidiani.

Felicità - insita nei prodotti, evidente nelle installazioni - è la sfida che abbiamo lanciato a chi desiderava partecipare a questa edizione di Superdesign Show al Superstudio Più di via Tortona, storica venue che indica, ancora una volta, le tendenze o quantomeno i desideri.

Felicità. Come nostro tema dell’anno. Come HAPPINESS, manifesto identificato dal lettering esclusivo creato dal graphic artist Daniele Cima, dove ogni lettera è intesa come una piccola opera d’arte. Come filo conduttore del percorso espositivo caratterizzato dal giallo luminoso scelto dall’art director Giulio Cappellini. Come un grande grazie ai protagonisti del Made in Italy che in questi 25 anni sono stati con noi ed oggi ritornano nella mostra dei loro pezzi indimenticabili. Come l’emozionante show che fa battere il cuore all’unisono tra uomo e macchina messo in scena ancora una volta da Lexus. Come le esplorazioni virtuali della natura e dei suoi pericoli attraverso la tecnologia 4.0 di FORUM8. Come il benessere raccontato dall’esperienza acquatica virtuale di Geberit. Come la selezione di proposte “dell’altro mondo”, cioè quel far-East (Cina, Giappone, Hong Kong, Thailandia così prodigo di idee che mixano la tradizione all’innovazione). Come gli “Happy Objects” che raccontano storie di insolita creatività e ci fanno sorridere. Come “L’albero della Vita”, scultura tessile on-site di Carla Tolomeo, già in mostra al Museo Mocenigo durante la Biennale di Venezia 2024, che anticipa la sensuale mostra Voluptas di HUB161, ospitata al Fla Museum, che esplora il binomio tradizione/contemporaneità dell’artigianato d’autore e dell’arte del Bel Paese.

Partiamo da una riflessione. 25 anni dopo la nascita, a partire dal Superstudio Più in via Tortona, di quella che è oggi la Milano Design Week diffusa nei quartieri, cosa è diventato il design nella sua trasformazione da momento commerciale riservato agli architetti, ai designer, ai creativi, ai buyer, ai venditori, ai fabbricanti, agli immobiliaristi, ad altri “addetti ai lavori”, ora grande kermesse pop e popolare che attira in città, oltre ai suddetti, folle di appassionati, di explorer, di studenti, di curiosi, di famiglie intere?

La Milano Design Week è diventata, a nostro avviso, non solo la settimana più effervescente, più internazionale, più democratica, più attenta alla sostenibilità, più visionaria dell’anno, ma anche l’appuntamento più gioioso, intrigante, persino ludico, dispensatore di briciole di piacere. Attirando a sé oltre ai produttori di arredi, oggetti e device di ogni dimensione in dialogo con l’AI, anche creativi e brand “fuori settore”, dall’automotive, al fashion, al food, al beauty, persino i lavori di studenti e artisti... e via dicendo. Un panorama allargato pieno di promesse, per il presente, per il futuro. Spesso diretto senza filtri ai consumer che lo aspettano, felici di esserci.

Felicità. Ecco la parola chiave, che racchiude speranza e bellezza. In questi tempi bui e incerti di post-Covid, di guerre, di crisi economiche, di cambiamenti geopolitici, di dazi trumpiani, è qualcosa di cui abbiamo bisogno, almeno un poco, almeno nelle nostre case, negli esterni in cui viviamo, nei gesti quotidiani.

Felicità - insita nei prodotti, evidente nelle installazioni - è la sfida che abbiamo lanciato a chi desiderava partecipare a questa edizione di Superdesign Show al Superstudio Più di via Tortona, storica venue che indica, ancora una volta, le tendenze o quantomeno i desideri.

Felicità. Come nostro tema dell’anno. Come HAPPINESS, manifesto identificato dal lettering esclusivo creato dal graphic artist Daniele Cima, dove ogni lettera è intesa come una piccola opera d’arte. Come filo conduttore del percorso espositivo caratterizzato dal giallo luminoso scelto dall’art director Giulio Cappellini. Come un grande grazie ai protagonisti del Made in Italy che in questi 25 anni sono stati con noi ed oggi ritornano nella mostra dei loro pezzi indimenticabili. Come l’emozionante show che fa battere il cuore all’unisono tra uomo e macchina messo in scena ancora una volta da Lexus. Come le esplorazioni virtuali della natura e dei suoi pericoli attraverso la tecnologia 4.0 di FORUM8. Come il benessere raccontato dall’esperienza acquatica virtuale di Geberit. Come la selezione di proposte “dell’altro mondo”, cioè quel far-East (Cina, Giappone, Hong Kong, Thailandia così prodigo di idee che mixano la tradizione all’innovazione). Come gli “Happy Objects” che raccontano storie di insolita creatività e ci fanno sorridere. Come “L’albero della Vita”, scultura tessile on-site di Carla Tolomeo, già in mostra al Museo Mocenigo durante la Biennale di Venezia 2024, che anticipa la sensuale mostra Voluptas di HUB161, ospitata al Fla Museum, che esplora il binomio tradizione/contemporaneità dell’artigianato d’autore e dell’arte del Bel Paese.


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