“White ha saputo… affermarsi come un punto di riferimento per la moda contemporanea… un percorso che ha arricchito il panorama della moda milanese”, ha detto Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro e della Moda del Comune di Milano. Proprio come Superstudio Più lo è stato e continua a esserlo per il design. Oltre al modo pragmatico di condividere una visione proiettata nel futuro. In questa edizione ancora più evidente.
Come sempre grande partecipazione di espositori stranieri, il 45% sui 300, attenzione alla sostenibilità, brand giovani ed emergenti ma che rispondono in pieno a quelle che potrebbero essere le caratteristiche per superare il momento di crisi. Cioè un prodotto di qualità, garantito da una solida e chiara filiera, con un prezzo adeguato. Il tutto con la garanzia di un livello di creatività che distingue e rende il prodotto speciale. Evidenziato particolarmente nelle Secret Rooms, le stanze segrete dove sono stati selezionati cinque talenti emergenti con brand d’impatto e storytelling affascinanti da raccontare al pubblico.
La grossa novità di questo White è l’essersi posto anche come piattaforma “dinamica e versatile” per aiutare le piccole aziende, con attività retail innovative ed eventi in nuovi mercati strategici. “Vedere che i progetti si sono realizzati e che siamo diventati anche una piattaforma di sviluppo per i marchi oltre che di esposizione mi rende ottimista sulla visione avuta ma anche orgoglioso di una crescita del salone e dell’azienda stessa, che oggi ha moltiplicato le sue attività di business” ha concluso Massimiliano Bizzi.