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24/03/2021 | DESIGN, PEOPLE

ROBERTO MARCATTI. L’ARCHITETTO DELL’ACQUA

Di: Gisella Borioli, intervista

Roberto Marcatti è un architetto dalle molteplici vite: progettista e designer con collaborazioni importanti (tra cui cui Fiorucci e Armani), ha partecipato alla nascita di Zeus, design industrial essenziale ed elegante, pioniere di zona Tortona dove ha aperto il primo “outlet” per il design d’autore, curatore di mostre, autore di libri e saggi, e altro ancora. La svolta arriva con la consapevolezza del valore dell’acqua e della sua sofferenza. Fonda l’associazione H2O Milano che diventa il fulcro di tutte le sue scelte. Nella Giornata Mondiale dell’Acqua, il 22 marzo, gli facciamo qualche domanda.

Nella giornata nazionale dell’acqua e dopo 15 anni dalla nascita della vostra associazione H2O Milano quale è la somma del bilancio delle cose che hai fatto su questa tematica?  
L’associazione no profit H2O Milano è nata per volontà di Cintya Concari e mia dopo la prima mostra fatta proprio in Zona Tortona, dove in modo forse anche visionario ed in anticipo sui tempi avevo proposto una riflessione a 100 progettisti della Cultura del Progetto sul loro rapporto con l’acqua, bene primario per la nostra esistenza sul Pianeta. Mi sono reso conto da subito nonostante la grande partecipazione di amici e colleghi, che forse non tutti si rendevano conto di quale fosse il progetto finale. Una sensibilizzazione di massa sul risparmio, sulla tutela e conservazione dell’acqua. Senza acqua non c’è vita, infatti il titolo era: “H2O nuovi scenari per la sopravvivenza”. La stampa estera presente al Fuori Salone ci ha dedicato servizi, interviste e molto più anche nei mesi successivi. Abbiamo quindi costituito l’associazione no profit, in modo da tutelare i progetti esposti, e subito dopo abbiamo fatto anche la prima pubblicazione. Questo progetto ha girato in mezzo mondo New York, Los Angeles, Montreal, Ottawa, Toronto, Tel Aviv, Mumbai, New Delhi, e tantissime tappe in Italia. 

Tutto è nato perché…
Tutto è nato dalla mia curiosità e dalla voglia di smarcarsi come progettista dal settore del mobile, penso ancora oggi che i progettisti devono ritornare a progettare per la gente per dei bisogni veri e concreti. In quel periodo ho tirato fuori nuovamente un libro che mi accompagna dai tempi dei miei studi, scritto 1971 ma sempre più attuale, da un visionario straordinario Victor Papanek, Design for the real world e quindi riprendendo quelle teorie e quei concetti mi sono cimentato a far tornare il Design una disciplina per la gente. Il progetto alla fine è un atto politico, non a caso anche l’ultima mostra al Vitra Museum su Papanek era proprio intitolata: “Victor Papanek – The politics of Design”. Oggi il Design e tutto il suo sistema lavora solo per il 10% della popolazione globale. Dobbiamo noi progettisti occuparci anche del restante 90%, che ha altri bisogni e altre necessità.

Le risorse primarie sempre più scarse sono uno dei grandi problemi che ci affliggono. Ma quello dell’acqua sembra il più grave e il più difficile di tutti da risolvere. Cosa può fare una associazione come la vostra in questo senso?
La nostra associazione è da sempre a favore dell’acqua pubblica, per l’acqua come bene comune, e ricordo che nel 2011, 26 milioni di italiani sancirono con un referendum che sull’acqua non si sarebbe potuto fare profitto. I dati di oggi: del 90% è stato l’incremento delle tariffe idriche in 10 anni. Poi sono venuti i bond sull’acqua fatti dalle banche, e oggi la quotazione in borsa. Dal nostro punto di vista culturale e operativo abbiamo cercato in modo propositivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, fare formazione sull’acqua a qualsiasi livello, portare questo messaggio dove la Cultura del Progetto come parte principale ed integrante di un sistema può e deve fare di più. H2O Milano è oggi una delle realtà libere e più seguite e qualificate su questo tema.

Hai compiuto sessanta anni. Sempre al passo con i tempi ti sei laureato al Politecnico di Milano in anni di grande fermento, sei stato un architetto che ha lavorato per noti maestri “fashion”, tra cui Elio Fiorucci e Giorgio Armani, hai fatto progetti innovativi, hai inaugurato il primo “emporio” del design a prezzi democratici, sei stato pioniere della famosa “Zona Tortona”, hai scritto libri e vinto premi. Ora passi la maggior parte del tuo tempo in Puglia a Zollino nella Grecia Salentina. Quali sono state le tappe più importanti?
Rifarei tutto, anche se come avrai letto nell’ultimo libro a me dedicato curato da Cintya Concari, la mia passione era ed è la musica, suono tutt’ora la batteria e volevo fare il disk jockey. La passione è rimasta, ho fatto un altro lavoro, ho avuto la fortuna di incontrare persone importanti e straordinarie per la mia formazione. Ora mi occupo sempre di progetti che hanno la sostenibilità ambientale, la tutela delle risorse e aspetti sociali per una migliore vita dell’uomo sul Pianeta come focus. Penso che il progetto sull’acqua sia il più interessante ed entusiasmante che ho fatto, nonostante quando si battono queste strade sono sempre in salita su tutti i fronti.

Potremo davvero vincere la battaglia per la sostenibilità ambientale? E quando?
C’è stata un’effettiva maggior consapevolezza sul tema sostenibilità e risorse, ma se anche ieri nella giornata dedicata all’acqua la carta stampata ha dedicato qualche articolo, e tra i media tv alcuni non hanno neanche dato la notizia, è difficile cambiare le abitudini e gli stili di vita delle persone, a partire dai più piccoli. Durante l’anno non c’è nessuna attenzione al problema, e nessuna sensibilizzazione e partecipazione. Quando però manca l’acqua allora tutti si ricordano di quanto sia prezioso questo liquido, quanto questa risorsa serve al vivere quotidiano, non solo nell’aspetto residenziale, ma anche per l’industria a tutti livelli. Noi siamo fatti di acqua al 69%. Ricordiamocelo, ed il primo rapporto che abbiamo con l’acqua è nel ventre materno. Su Marte le prime due cose che cercano sono l’acqua e l’aria respirabile.

Gli anni del Covid ci hanno cambiato la vita. Quali saranno le conseguenze nel mondo del design e dell’architettura?
Questa pandemia ci deve insegnare parecchie cose. Che il Sistema Paese non deve mollare processi produttivi strategici per il Paese, che bisogna investire sulla ricerca e l'innovazione, che la sanità come l’acqua sono un diritto di uno stato civile e democratico, e che bisogna aiutare chi in questa pandemia ha fatto e sta facendo più fatica, in quanto non preparati ad una situazione di questo genere. Questo è un virus che si trasmette per via aerea, le grandi organizzazioni mondiali e gli studiosi di tutto il mondo sono stati invitati a pensare uno scenario possibile su un virus che si trasmette tramite l’acqua. Saremo pronti? Saremo capaci? Avremo le strutture adeguate? Il nostro compito come Associazione No Profit è anche questo, continuare a studiare e proporre attraverso la Cultura del Progetto delle proposte, delle soluzioni possibili sia legate al mondo dell’architettura che del design.

Dimmi tre piccoli gesti che ciascuno di noi può fare per dare il suo contributo per un mondo migliore?
Investire ognuno di noi del tempo per riflettere e fare volontariato laico a favore della salvaguardia del Pianeta. Sostenere con piccole donazione i progetti dedicati. Amplificare gli sforzi comuni, fare massa critica.

Un tuo progetto per i prossimi dieci anni?
La realizzazione prima che arrivi il punto di picco sull’emergenza acqua, di centri di documentazione e formazione per le nuove generazioni, e di piattaforme digitali, in modo che possano capire l’importanza di questa risorsa ed avere sempre la consapevolezza che, come scriveva William Morris, “ciascuno di noi è impegnato a sorvegliare e costudire il giusto ordinamento del paesaggio terrestre, ciascuno con il suo spirito e le sue mani, nella porzione che gli spetta, per evitare di tramandare ai nostri figli un tesoro minore di quello lasciatoci dai nostri padri”. Chissà se Morris fosse consapevole di aver definito lo “sviluppo sostenibile”!

Cintya Concari e Roberto Marcatti, Menzione d’Onore al XXVI Compasso d'Oro nel 2020 per Alessandro Guerriero: al diavolo Alchimia!. Foto Roberto de Riccardis.
“Alessandro Guerriero: al diavolo Alchimia!” mostra al museo Must di Lecce per raccontare i quarant'anni del movimento Alchimia, 2017. Fontana disegnata da Alessandro Guerriero.
Mostra H2O al Centre de Design di Montreal, gennaio 2008.
Water Jar progetto H2O Milano con 30 designer/artisti palestinesi, israeliani e italiani per disegnare un decoro ispirato all’acqua sulle caraffe per un’asta benefica.

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