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06/04/2022 | LIBRI

JAPONISME ALL’ITALIANA

Di: da un'intervista a Laura Dimitrio

l bel libro NON SOLO KIMONO. COME IL GIAPPONE HA RIVOLUZIONATO LA MODA ITALIA di Laura Dimitrio, edito da Skira, racconta l’interessante storia lunga quattro secoli che ha visto l’influenza giapponese entrare nel costume del bel paese a partire dal kimono fino ad arrivare al new-pop lanciato dai manga. La presentazione sarà il 12 di aprile nell’atelier del fashion-art museo FlavioLucchiniArt con un incontro tra l’autrice e Gisella Borioli, che da giornalista per prima ha sostenuto la “nouvelle Vague” giapponese negli anni 80 con la sua rivist-cult DONNA...

Il mio interesse per le influenze giapponesi...

l bel libro NON SOLO KIMONO. COME IL GIAPPONE HA RIVOLUZIONATO LA MODA ITALIA di Laura Dimitrio, edito da Skira, racconta l’interessante storia lunga quattro secoli che ha visto l’influenza giapponese entrare nel costume del bel paese a partire dal kimono fino ad arrivare al new-pop lanciato dai manga. La presentazione sarà il 12 di aprile nell’atelier del fashion-art museo FlavioLucchiniArt con un incontro tra l’autrice e Gisella Borioli, che da giornalista per prima ha sostenuto la “nouvelle Vague” giapponese negli anni 80 con la sua rivist-cult DONNA.

Il mio interesse per le influenze giapponesi nella moda italiana è nato diversi anni fa, in occasione della mia tesi di specializzazione in Storia dell’Arte. Scelsi infatti di studiare i bozzetti disegnati dal pittore milanese Giuseppe Palanti per i costumi della prima rappresentazione di Madama Butterfly, che debuttò al Teatro alla Scala di Milano nel 1904.
Essendo quest’opera ambientata in Giappone, quasi tutti i personaggi erano giapponesi e indossavano abiti giapponesi.
Ciò di cui mi resi conto studiando quel nucleo di disegni, che comprendeva ben 73 figurini acquerellati, è che il Palanti, nonostante non si fosse mai recato nell’Impero del Sol Levante, aveva una conoscenza approfondita dell’abbigliamento nipponico: sia i kimono indossati dalle donne, sia gli indumenti maschili erano nella maggior parte dei casi verosimili.
Certamente Madama Butterfly, con la sua fama e le numerose repliche, contribuì alla diffusione della conoscenza del kimono in Italia e all’estero. Del resto erano gli anni del giapponismo, ovvero della passione per il Giappone che percorse l’Italia e l’Europa tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del XX secolo. Mentre studiavo il clima culturale che aveva portato alla genesi di Madama Butterfly, realizzai che anche la moda femminile italiana era stata coinvolta nella contemporanea ‘nippomania’ e che il kimono riscosse all’epoca uno straordinario successo, tanto da venire indossato come vestaglia dalle signore di ogni classe sociale.
Dal momento che mancavano studi specifici sul giapponismo nell’abbigliamento italiano, decisi di estendere le mie ricerche alle influenze giapponesi sulla moda italiana del periodo, consultando soprattutto le coeve riviste femminili.
Ma una volta conclusa la tesi di specializzazione, sentivo che la mia ricerca era ancora incompleta, perché desideravo conoscere come si era evoluta l’influenza della cultura giapponese sulla moda italiana durante il XX secolo. Di questo mi sono occupata durante il successivo dottorato in Storia, durante il quale, per la verità, sono risalita anche alle prime notizie giunte in Italia sull’abbigliamento nipponico, in occasione di un’ambasciata giapponese arrivata in Italia nel 1585. Quindi la mia ricerca, nata dallo studio di un nucleo circoscritto di bozzetti, nel corso degli anni si è ampliata e mi ha portata a ripercorrere oltre quattro secoli di storia della moda italiana.
In conclusione mi sento di dire che studiare la complessa e sfaccettata cultura giapponese in tutte le sue manifestazioni, da quelle tradizionali a quelle pop dei cosplayers e dei manga, offre ad ogni possibile ambito culturale ‘occidentale’ – non solo la moda, ma anche la letteratura, il cinema,  il design, l’architettura e persino il cibo – una straordinaria occasione di arricchimento.

12 aprile ore 18.30 presentazione e talk del libro NON SOLO KIMONO. COME IL GIAPPONE HA RIVOLUZIONATO LA MODA ITALIANA di Laura Dimitrio (Skira Editore) nell’atelier FlavioLucchiniArt, Superstudio Più, via Tortona 27, Milano. Per informazioni info@flaviolucchiniart.com

Karaori (costume del teatro Nō) in broccato di seta, fine XVI secolo, Tokyo, Tokyo National Museum
Vespasiano Bignami (attribuito), manifesto pubblicitario per la campagna abbonamenti del Corriere della Sera, 1896, Milano, Castello Sforzesco
Gianfranco Ferré, schizzo pr la collezione autunno-inverno 1981-1982, courtesy Archivio Fondazione Gianfranco Ferré
Angelic Pretty, marchio giapponese specializzato nella produzione di abiti per Sweet Lolita, collezione primavera-estate 2019, Courtesy Angelic Pretty

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