Nel 2009/2010 i talebani in Afghanistan sembravano un pericolo allontanato, e le donne più evolute inserite in una nuova società dove potevano studiare, lavorare, muoversi, vestirsi come desideravano. L’oscurantismo del burqa seppellito. Per sempre. E invece…
La copertina di DRepubblica del 5 febbraio drammaticamente ci invita a non dimenticare quanto sta succedendo ora, dopo le prime reazioni indignate dell’occidente. Con il consueto sguardo profetico che guarda oltre al presente, con la lente dell’arte, Flavio Lucchini dieci anni fa rifletteva su quel burqa retaggio del passato, ne immaginava improbabili contaminazioni con la moda (vedi in seguito Dolce&Gabbana con la collezione di lussuosi abayas), impaginava impossibili copertine di testate d’opinione, riproduceva ritratti velati senza volto con il loro nome scritto che non corrispondeva a nessuno.
Le sue opere digitali, tra tragedia e ironia, sono state presenti alla Biennale d’Arte di Venezia del 2011. Oggi, nella mutata situazione politica del paese e esistenziale delle donne afghane, quelle immagini hanno un sapore amaro, preveggente. Come la copertina di attualità di DRepubblica. La realtà che si rispecchia nell’arte, e viceversa. Coincidenze che fanno pensare.