Otto storie, otto progetti, otto donne. “I Fiori della Materia” è la mostra collettiva parte del palinsesto di Superstudio “Nelle Mani delle Donne” che unisce designer professioniste attente alle materie e alla loro lavorazione. Un approfondimento verso la loro ricerca, passione e forza creativa ma anche le scelte, i percorsi e le sfide che nella vita hanno affrontato. In mostra fino al 29 ottobre per scoprire la creatività femminile, tra opere non convenzionali e racconti inediti. Focus on Francesca Gasparotti.
“Nascere a Milano ha avuto il suo peso. Siamo alla fine degli anni 70. Il mondo è in fermento. Sono gli anni delle contestazioni. In Italia sono anni bui. All’età di 4 anni, i miei genitori si separano ed è allora che mia mamma decide di iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Così ha inizio la mia involontaria educazione verso l’arte, la scoperta di altre culture e la curiosità per il mondo esterno. Paradossalmente, fino a tempi recenti, si tratterà solo di esperienze amatoriali, che non influiranno sulle mie scelte professionali. Un po’ per opportunità, un po’ per indole, scelgo infatti la carriera manageriale. Studi all’Università L. Bocconi di Milano, un percorso lineare, di crescita professionale che mi vede protagonista in aziende multinazionali di successo fino al 2006. Poi la svolta. A dire il vero, lo stimolo al cambiamento è avvenuto in precedenza e gli artefici sono stati mio marito, con cui condivido da 30 anni luci e ombre e successivamente, l’autore di un libro, più tardi insignito del Premio Nobel per la Pace, l’economista Muhammad Yunus, il pioniere del microcredito. Luca, mio marito, è designer; ed ecco lo stimolo creativo. Yunus è un economista, il mio lato pragmatico. Mi si offre l’opportunità di fondere creatività ed economia sostenibile. Così, nel 2000, io e Luca iniziamo a ragionare su un nuovo modello di business fondato sul design sostenibile, di cui si iniziava a parlare. Si tratta dei primi passi verso SoFarSoNear, il nostro studio di design, di cui ci siamo occupati a tempo pieno, abbandonando le nostre carriere sicure, verso la fine del 2000. La collezione ‘Qashqai meet Bauhaus’ rappresenta la sintesi del mio pensiero progettuale fatto di attenzione alle persone, eleganza, funzionalità mai disgiunta dall’emozione. Amo mettere in relazione la memoria del luogo o dell’oggetto e il suo slancio nel futuro, ispirandomi alle tradizioni, che considero un patrimonio umano imprescindibile e i movimenti artistici che mi hanno accompagnato nel mio percorso”.