È l’architetto e designer che ha inventato gli arredi più iconici e spettacolari degli ultimi anni, diventando il capofila di quell’eclettismo e di quello sguardo “diverso” che ha portato il design al confine con l’arte. Proprio fin dalle prime esposizioni dedicate al Design Fabio Novembre è arrivato al Superstudio con i suoi incredibili arredi all’interno degli eventi curati da Giulio Cappellini. In questi vent’anni la sua fama è cresciuta insieme alla sua influenza nel design internazionale, ma lui resta sempre il designer visionario che cerca altri orizzonti.
2000/2020 in vent’anni cosa è cambiato, cosa cambierà?
Io mi sono sempre sentito rappresentato dall’aforisma di Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.” E se lo ha detto il padre della chimica moderna, credo non ci sia nulla da obiettare.
È l’architetto e designer che ha inventato gli arredi più iconici e spettacolari degli ultimi anni, diventando il capofila di quell’eclettismo e di quello sguardo “diverso” che ha portato il design al confine con l’arte. Proprio fin dalle prime esposizioni dedicate al Design Fabio Novembre è arrivato al Superstudio con i suoi incredibili arredi all’interno degli eventi curati da Giulio Cappellini. In questi vent’anni la sua fama è cresciuta insieme alla sua influenza nel design internazionale, ma lui resta sempre il designer visionario che cerca altri orizzonti.
2000/2020 in vent’anni cosa è cambiato, cosa cambierà?
Io mi sono sempre sentito rappresentato dall’aforisma di Lavoisier: “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.” E se lo ha detto il padre della chimica moderna, credo non ci sia nulla da obiettare.
Il segno distintivo, il fil rouge del tuo lavoro?
Il tratto distintivo implica unicità, e spesso ci dimentichiamo di essere assolutamente unici. Riunirsi in branco, formando correnti o mode, è un comportamento umano che non ho mai accettato. Io cerco di esplorare territori sconosciuti, di immaginare quello che ancora non c’è. Consapevole che ogni mia azione è volta a creare legami e connessioni, con l’innamoramento come principale obiettivo.
Con quali aggettivi definiresti le tendenze del design contemporaneo?
Oggi il design ha poco di contemporaneo. La tendenza a guardare indietro, a inseguire le rassicuranti atmosfere del passato è un dato con cui confrontarsi. Esiste una accelerazione tecnologica che cerchiamo di bilanciare con un riflusso estetico che rinuncia a qualsiasi sperimentazione. Salvo rare eccezioni, si sta facendo una gran fatica a dare una forma al nostro tempo.
Ritroviamo la tua esperienza al Superstudio. In che anno, cosa e come hai presentato la tua proposta?
Correva l’anno 2001 e quel meraviglioso talent-scout che è Giulio Cappellini decideva di presentare il mio folle tavolo ORG: un organismo di cristallo con 171 gambe colorate che vagava libero negli spazi dell’immaginazione.
Quanto è stata importante la mise-en-scène?
Giulio Cappellini è sempre stato un maestro di mise-en-scène. La presentazione delle nuove collezioni Cappellini erano gli appuntamenti imperdibili del Salone del Mobile.
Un aneddoto, un incontro, ricordo di quella esperienza?
Il tavolo ha 171 gambe/corde di cui soltanto 4 portanti, perfettamente mimetizzate, che avevo posizionato più all’interno rispetto al perimetro. Succedeva quindi che la gente toccasse il perimetro esterno e fosse stupita dalla morbida consistenza delle corde appese. Si era addirittura fatta strada l’ipotesi surreale che le gambe non fossero portanti, ma dato il numero elevato avevano comunque la capacità di sostenere il pesante piano di cristallo. Quando si dice: “l’unione fa la forza”...
Cosa deve avere, oltre al prodotto, una esposizione “fieristica” per essere attrattiva e convincente?
Ancora si fa finta di non capire che il fumo arriva ai sensi sempre prima dell’arrosto. Oltre alla bontà del prodotto, che si dovrebbe dare per scontata, ci vuole una adeguata comunicazione dell’evento che lo renda ancor prima desiderabile. Poi, in corso, ci vuole anche una dose di glamour che il mondo del design fatica a esprimere, e che farebbe bene a mutuare dal vicino mondo della moda.
Se dovessi citare tre icone del design di questi ultimi vent’anni?
Mi limito a elencare il mio personale massimo relativo: Org, Cappellini, 2001, Nemo, Driade, 2010, Lantern, Kartell, 2017
Cosa è per te il Fuorisalone di Milano?
Una meravigliosa intuizione.
Un tuo progetto per domani?
Quel genio assoluto di Pablo Picasso era solito dire: “cerco quello che trovo”, e sposo questa filosofia. Cerchiamo sempre di fare piani più grandi di noi provando a interpretare qualsiasi avvenimento in funzione di sviluppi futuri. Ma la verità è che dovremmo provare a vivere più intensamente ogni giorno, sacrificando talvolta la strategia a favore della tattica.