Le incerte notizie che in questi giorni arrivano dall’Ucraina riportano l’attenzione su questo paese che, nonostante i possibili venti di guerra, continua ad esprimere una creatività già testimoniata al Superstudio nel 2018 da una collettiva dei più interessanti designer del paese. Tra questi Viktoria Yakusha con il brand Faina.
Faina è stato di recente nominato vincitore del Dezeen Award 2021 (il premio che ogni anno la rivista Dezeen assegna per l’architettura, il design e gli interni) nella categoria bar e ristoranti e premiato dal pubblico come migliore studio emergente. La collezione, presentata per il Superdesign Show 2018, era nata nel 2014 come riflessione artistica sulla Rivoluzione ucraina (che portò nello stesso anno alla deposizione dell’allora presidente filorusso Viktor Janukovyč) per restituire una rinnovata dignità a quella nazione.
Inconfondibile lo stile del marchio dalle forme curve, primordiali degli oggetti che si legano ad una progettazione minimale, contemporanea, che gli conferisce un’aria modernamente antica. Il progetto scelto da Dezeen è l’interno del ristorante Istetyka, nel centro storico di Kiev (in ucraino Kyïv), del quale lo studio non si è limitato a progettare solo l’estetica ma è intervenuto a ridefinire una vera e propria filosofia del cibo e dell’immagine.
Dal Superdesign Show sono trascorsi quasi quattro anni ma Faina è rimasto uguale a se stesso e al suo stile: ritroviamo l’evocazione delle forme antiche e primitive della civiltà, della natura attraverso l’impiego dei materiali locali (salice, argilla, feltro, lino e legno) che rendono le superfici butterate, bitorzolute, ruvide, donando agli oggetti un sapore di "non finito", naturale e ancestrale. Faina ritorna all’affascinante sapienza artigianale dei mastri locali e delle botteghe, guardando contemporaneamente alla chiamata attuale ad un design equo, sostenibile e dalle forme semplici. “Abbiamo ascoltato l’eternità e la voce della terra, abbiamo scelto i materiali. Non abbiamo cercato forme, le abbiamo “ricordate” perché sono intuitivamente conosciute a tutti”, dice la designer Viktoria Yakusha, che da anni conduce una ricerca storico-scientifica che l’ha portata addietro fino al terzo/quinto millennio avanti Cristo. Da qui la riscoperta degli oggetti nella loro accezione sacrale, magica e misterica, veicolata nella poltrona Domna, ispirata alle linee rotondeggianti di un artefatto in ceramica della civiltà Cucuteni-Trypillia, nella quale gli archeologi hanno letto la forma del femminile originario, la divina madre terra.
Oggi Faina ha una sede in Belgio, a Bruxelles. Ad Antwerp ha da poco aperto una galleria espositiva.