CAVALCARE LA TECNOLOGIA
Con tre domande ad Alvise Braga Illa, fondatore e presidente della società TXT e-solutions e della start-up Sense-immaterial Reality, scopriamo come le nuove tecnologie porteranno più bellezza intorno a noi.
Design, moda, arte, digitalizzazione e innovazione. In che modo questi elementi possono/devono dialogare tra di loro? I confini fra arte, design, moda, tecnologia, in tutte le loro forme e per tutti i gusti e le culture, continueranno ad attenuarsi fino a scomparire. Ci si può opporre a queste trasformazioni? Certamente no, il nuovo mare si deve navigare, con coraggio, ma anche con perizia e creatività.
Cosa cambierà nei prossimi dieci o vent’anni? Penso che finiranno le forme più estreme del “produco in eccesso, vendo a “price points” decrescenti, colloco il residuo su canali alternativi e distruggo l'invendibile”. Saremo costretti ad accettare, e in molti volentieri abbracceremo, un design, una moda, un'arte più sostenibili ed “ecofriendly”. Penso che la rivoluzione digitale si compirà quando l'innovazione, pienamente compresa e abbracciata anche dai grandi creativi, artisti, designer e da imprenditori visionari, contribuirà a creare nuove opere di grande forza, novità e bellezza, e cioè nuovi capolavori. Spero che la creatività diventi il lavoro di tanti, in un mondo che avrà soddisfatto i cosiddetti bisogni primari. E che allora, diventati sempre più belli fuori, saremo anche più belli dentro. E se la cultura del bello, forte e innovativo, diventasse un bisogno primario? Siamo solo ai primi passi e la tecnologia corre troppo in fretta perché il suo rapporto con design e moda sia “felice”. Oggi è un rapporto di sperimentazione e di tensione. D'altra parte, non c'è cambiamento che non comporti tensione.
Qual è una innovazione significativa degli ultimi tempi? Vorrei segnalare i lavori che sono in corso per creare opere immateriali, che si possano affiancare a quelle materiali in tutto il ciclo della creazione, produzione, condivisione e vendita. La dematerializzazione porterà a quella che chiamo “fotografia 3D”, la quale, unita alla “stampa 3D”, ci porterà... chissà dove... È bello che primi balbettii dell'immateriale nell'arte si siano timidamente manifestati pochi giorni fa nella mostra “Unreal but real”, con Flavio Lucchini, grande mescolatore dell'arte della moda, e al Superstudio, dove l'effimero diventa realtà. Sono tutti “lavori in corso”. Navighiamo e vedremo.