A volte il passato bussa alla porta, tutto insieme. Milano ha reso omaggio ai grandi di ieri. Ha cominciato ad aprire lo scrigno dei miei ricordi l'esposizione dedicata ad Aldo Fallai all'Armani/Silos, cui è seguita la mostra Ballo&Ballo al Castello Sforzesco, cui si è aggiunta la mostra di fotografie Ugo Mulas a Palazzo Reale, e ancora Elio Fiorucci alla Triennale, per finire con Franco Moschino per i trent’anni dalla sua morte alla nostra MyOwnGallery.
L'anno prossimo saranno i 25 anni di Superstudio Più in via Tortona, una intuizione e un'impresa che ha dato il via al cambiamento della città proprio puntando sulla creatività. Un viaggio attraverso la moda, l'arte, la fotografia di cui sono stata partecipe e di cui mi fa piacere ricordare queste tappe qui.
Il percorso di vita che mi ha portato a fondare, con mio marito Flavio Lucchini, il Superstudio nel lontano 1983, cioè l'hub per l'immagine della moda, e in seguito il Superstudio Più nel 2000, un intero complesso dedicato alla creatività e all'innovazione, ha origini lontane, da quando, giovanissima, sono entrata a lavorare nella redazione di una nuova rivista di design, Ottagono. Rivista ambiziosa, come racconto tra altri episodi nel mio libro autobiografico appena uscito. "Gisella. Volevo vivere felice” (edito da Superstudio Group, in vendita anche su Amazon).
Diretta dagli architetti Giuliana Gramigna e Sergio Mazza, Ottagono aveva collaboratori di assoluto valore, Bob Noorda per la grafica e Aldo Ballo con sua moglie Marirosa per le fotografie. Eccomi allora da redattrice tuttofare trasformata in occasionale modella se serviva animare una poltroncina o una abat-jour. Il che mi è servito per comprendere quanto impegno servisse per realizzare quelle immagini minimali di assoluta perfezione. La mostra è stata proposta fino a novembre al Castello Sforzesco.
La seconda mostra che mi ha riportato indietro è stata quella dedicata da ottobre a febbraio al grande fotografo sardo Ugo Mulas, famoso per i ritratti dei musicisti americani, degli artisti della pop art, e le sue altre suggestive foto. Il servizio sui giovani artisti della scuola romana per L'Uomo Vogue che Lucchini dirigeva, mi ha visto all'opera come giovane redattrice moda. Eccomi nello scatto di Mulas mentre sistemo i pantaloni del pittore Tano Festa, indispensabile azione per una foto perfetta.
Alla Triennale è stata da poco inaugurata, e durerà fino a marzo, la mostra Elio Fiorucci, nel ricordo del mitico rivoluzionario dello stile che già nel 1967 codificava dal suo negozio di Galleria Passarella a Milano le regole della nuova moda sregolata, ibrida, sexy e intergenerazionale. Ho conosciuto Elio, ragazzina, prima ancora che diventasse il personaggio che era, nel negozio di pantofole di via Torino dove comprai uno sfavillante paio di stivali
L'esposizione terminata a novembre delle eleganti immagini di Aldo Fallai al Silos/Armani mi ha ricordato invece l'incontro con il giovane Giorgio e l'amico fotografo che aveva conosciuto a Firenze e che da quel momento fatale è stato per lungo tempo il suo collaboratore preferito. Per le prime foto della moda maschile Giorgio Armani, sui Navigli, al Bar Taveggia, con Armani nel ruolo di modello della sua linea, la redattrice ero ancora una volta io, senza dimenticare lo storico servizio di moda militare sempre per L'Uomo Vogue.
Ultima in ordine di tempo a rinverdire i miei ricordi, in occasione dei trent'anni dalla sua scomparsa, la mostra di Franco Moschino alla nostra MyOwnGallery, voluta dall'Art Directors Club Italia. Quanti ricordi dei tempi delle sue incredibili sfilate! Esposizione non convenzionale, come giusto che fosse visto l'iconoclasta protagonista, che unisce alle foto di Stefano Pandini film e video di altri protagonisti della moda. Sul potente libro Iconoclasta in limited edition, con le immagini di Pandini una mia lunghissima intervista a Moschino del 1991 ce lo fanno conoscere intimamente. Le sue parole sembrano pronunciate ieri e il mondo non sembra per nulla cambiato.