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16/11/2022 | DUBAI

ARTE URBANA NEL DISTRETTO DEL DESIGN

Di: Gisella Borioli

In una città-stato dove la maggiore espressione di arte pubblica sono i sempre più audaci e avveniristici grattacieli, nel D3  - il Design District appositamente creato per unire una comunità di studi d’architettura, show-room d’arredi, negozi avant-garde, la scuola di design e creativi vari - una volta all’anno, a novembre, sculture e installazioni compaiono ovunque nelle strade del quartiere e aggiungono significato alla visione aperta al bello, al nuovo, al talento.  

Alcune opere hanno vita breve, nel quartiere chiamato d3, arrivano all’inizio del mese di novembre per sottolineare la vivacità e l’unicità della Design Week locale. E anche per attirare appassionati e curiosi, magari meno tentati dalla visita al salone espositivo Downtown Design Dubai, giunto alla sua decima edizione, e riservato per lo più ai professional del settore.  
Altre opere, più impattanti, diventano presenze permanenti e caratterizzano ancor più il luogo. Dalla folla, adulti e bambini, che non solo guarda ma fruisce e interagisce con sculture e installazioni, nasce la riflessione di quanto l’arte urbana contemporanea stimoli il pubblico, anche di frettoloso passaggio, a misurarsi col bello, con la provocazione, con l’esperienza inedita, con una dimensione culturale a volte sconosciuta. In un percorso fitto di sorprese ad ogni svolta ecco comparire la grande agave GaryYong@enforce_one o la successione di portali di piastrelle simboliche multiculturali, la foresta di corde sospese che citano le mangrovie, l’agglomerato di specchi che unisce chi li guarda e, sul marciapiede, il QRcode per saperne di più. Non poteva mancare  l’invito ad esplorare il metaverso in una struttura aperta a tutti dove entrare negli scenari del mondo virtuale Babel 4.0 nel Dewan Metaverse Dome.
   Questa visita mi riporta ancora una volta agli “esperimenti” di cui Superstudio è stato anticipatore, come la mostra “Unreal but Real” con le grandi sculture virtuali Toys di Flavio Lucchini generate attraverso una app sullo smartphone a partire dalle piccole maquette solide. Nel 2018, durante la Design Week di allora, l’intera mostra, smaterializzata e poi visibile surdimensionata attraverso il telefonino grazie alla tecnologia Sense, permetteva ai visitatori di goderne i dettagli e realizzare immagini accanto alle sculture immaginarie come fossero vere, da postare col cellulare o stampare per un souvenir del mondo immateriale prossimo futuro. 

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