Mai come in questa incerta Fase2 la voglia di uscire, stare all'aperto, godersi l'aria fresca e il sole si fanno prepotenti. Non è solo un desiderio emozionale, ma la voglia di ripensare la nostra quotidianità in spazi diversi, aperti e in simbiosi con la natura, dove si può anche studiare, lavorare, fare sport...
Le ricerche degli ultimi anni ci confermano che siamo una “generazione indoor”, che trascorre il 90% del tempo in spazi chiusi, oltre 20 ore al giorno. E lo facciamo in modo inconsapevole, perché la nostra percezione è spesso diversa. Eppure, molto spesso, viviamo in spazi sigillati, illuminati male e poco areati, dannosi per la nostra salute. Spesso costretti a vivere “all’interno” – e l’emergenza sanitaria ha evidenziato tutti i limiti dei luoghi che abitiamo – abbiamo sempre più voglia di “stare fuori”, a contatto con la natura e in essa immersi.
La pandemia sta inoltre costringendo ad attrezzare molti degli spazi pubblici delle città, anche di transito, come luoghi in cui poter permanere, trascorrere del tempo in modo confortevole e supportato da servizi on demand. Un ripensamento che sta coinvolgendo anche i luoghi di vacanza: spiagge, lungolago e parchi.
Sta crescendo quindi velocemente una Outdoor Generation che cerca soluzioni per attrezzare gli spazi esterni – dai balconi, ai terrazzi, dai cortili ai giardini – per trascorrervi del tempo anche durante le stagioni più rigide e con soluzioni versatili e configurabili a seconda della stagionalità e delle esigenze di vita. Una generazione che, anche prima dell’emergenza sanitaria, amava vivere all’aperto la sua esperienza urbana (bar, ristoranti, aree pubbliche, parchi e giardini), il piacere e la necessità di viaggiare (alberghi e spa, apartamenthotel, b&b e ostelli), di fare sport (outdoor fitness),di lavorare (outdoor office) e di studiare.