Entrai fisso come grafico al Corriere della Sera alla fine del ‘59.
Mentre i tecnici con Mariolino Crespi, l’editore, giravano l’Europa per comprare grandi macchine rotocalco per sostituire quelle vecchie, io venni assunto per realizzare il femminile del Corriere che su indicazione di Dino Buzzati prese il nome di Amica.
Intanto le gigantesche rotative per la stampa rotocalco erano state collocate negli immensi saloni progettati da Gio Ponti. Sembravano dei treni con le relative carrozze. Le enormi bobine di carta in deposito assorbivano l’umidità del nuovo stabilimento. Non si riusciva a mettere a punto nessuna macchina. I colori erano sempre fuori registro. Amica uscì con un anno di ritardo e le rotative non erano ancora a posto. Convinsi l’amministratore delegato a realizzare almeno la copertina da Caprotti a Torino che ce la stampò con le vecchie macchine con le quali prima si stampava La Domenica del Corriere. Lui le aveva comperate d’occasione dai Crespi, le aveva rimontate e messe a punto come nuove. In quel periodo la casa editrice Corriere della Sera era in forte ritardo tecnologico su tutto. Feci notare che i caratteri per la stampa non erano originali e che era tempo che le linotype che componevano i testi con i singoli caratteri in piombo lasciassero il posto alla fotocomposizione. I sindacati erano contrari. Per il momento cominciammo a comprare i primi scanner per il reparto colore. All’ufficio tecnico si facevano le selezioni di un fotocolor per volta quando a Elle e Paris Match ne facevano dodici insieme in un quarto d’ora. In redazione portai gli ingranditori per impaginare. Io ci provavo in tutti i modi, ma è stato difficile inserire il nuovo in un contesto vecchio. Anche per la raccolta pubblicitaria non erano organizzati. Erano abituati a ricevere le richieste per fare le inserzioni, non a cercare i clienti! Sono stato un innovatore, ma quando penso a come oggi si fanno i giornali e come la tecnologia digitale abbia tutto rivoluzionato, resto sbalordito e incantato. E non riesco a immaginare un futuro ancora più tecnologico di così.
Posso solo dire Il cambiamento impresso da Urbano Cairo nei suoi molteplici ruoli è stato fantastico e la nuova Amica è sempre un passo avanti.