Pubblico in gran parte giovane, tra i 20 e i 30 anni, pochi gli over, e una signora con griffatissima borsa Gucci uscendo confida al marito: “Era meglio se andavano alla mostra dedicata all’Armani Privè”. Eterogenee però le motivazioni di chi invece stava comprando. Mayara, bellissima modella di vent’anni, dice che si veste esclusivamente vintage perché lo trova più elegante. La coppia rigorosamente vegana, Filippo 31 anni, insegnante di neuropsicomotricità infantile e Giulia, 32 anni che lavora nel marketing vestono esclusivamente vintage da 15 anni, una scelta anti-spreco e antinquinamento e, aggiunge Giulia: “La moda firmata contemporanea è tutta uguale e con prezzi ormai assurdi”. Elena 27 anni lavora da Ratti. Nel sacchetto ha già una giacca in astrakan rasato.
Inevitabile l’argomento pellicce vere, ormai indossate dalle ragazze senza sensi di colpa animalisti:” L‘ho comprata perché assomiglia a quella di mia nonna. E poi costa soltanto 31 euro”. Ecco un altro elemento che determina il successo del vintage è proprio quello legato alla memoria, ai ricordi legati alla famiglia. Più per curiosità che per passione sono venuti al Fair Priced Vintage Abdu, Amed e Younes, tutti e tre ventenni, tutti e tre con la divisa d’ordinanza dell’età: felpa, pantaloni e giubbotto, tutto oversize. Sono interessati soprattutto allo stand di giacche e pantaloni mimetici. Uno di loro indossa però una T shirt di Polo Ralph Lauren, per me brand legato a un mondo super classico.
Invece Amed risponde deciso che è un marchio senza età e che non caratterizza assolutamente chi lo indossa. In una parola: Vintage è per tutti.