L’11 dicembre per la diciassettesima Giornata del Contemporaneo oltre mille realtà d’arte contemporanea – musei, spazi espositivi, archivi fotografici, case d’artista, case-museo, musei d’impresa – delle quali moltissime a Milano, apriranno al pubblico i loro spazi per far conoscere e valorizzare il patrimonio, purtroppo troppo spesso nascosto, delle collezioni private del nostro paese. Una bella iniziativa patrocinata da AMACI – Associazione dei Musei d'arte contemporanea italiani – e dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. Tra questi anche il FlavioLucchiniArtMuseum.
Abbiamo deciso di aderire anche noi – a poche settimane dall’apertura ufficiale del Museum, oggi visitabile su richiesta – dando l’opportunità al quartiere e alla città tutti di entrare negli spazi del FlavioLucchiniArtMuseum. Qui l'atelier d'artista, il pensatoio, la fornace creativa, è diventato personal Museum dove sono raccolte più di 300 opere realizzate da Flavio Lucchini, art-director, editore, imprenditore ma, più di tutti, artista. Posto esattamente tra Armani/Silos e il Museo della Culture, questo luogo esalta nell’abito, nelle pieghe dei suoi panneggi e dei tessuti, la lente “alla Lucchini” di lettura della cultura e della società, le trasformazioni dagli anni 60 ad oggi. Il concetto calza a pennello con lo spirito di questa giornata che, nelle parole di Giuseppe Pastorelli, dirigente del Maeci e suo promotore “si prefigge di fare in modo che, come l’innovazione di allora è la tradizione di oggi, così l’innovazione di oggi sia tra 200 anni la tradizione di domani”.
La Giornata del Contemporaneo creerà poi un museo diffuso in giro per l’Italia, sul modello di Fotografiska, iniziativa nata a Stoccolma nel 2010, che ha portato in giro per il mondo – è da poco approdata a Shangai – l’idea di un museo pubblico, articolato e sempre in movimento. Sul sito www.amaci.org troverete una mappa interattiva sulla quale saranno visualizzate tutte le realtà che hanno aderito, anche all’estero.
Il tema di quest’anno sarà il performativo, declinato attraverso il ripensamento attualissimo del rapporto tra la mise-en-scène e l’installazione, pilastri espressivi dell’arte contemporanea. Performance, la parola d'ordine: non solo corporeità dell’attore ma anche dell’opera che, nell’era del post-digitale, impone la creazione di nuove dinamiche di interazione con il pubblico nello spazio fisico e non. L’evento si svolgerà quindi in formato ibrido e vedrà in contemporanea all’apertura straordinaria degli spazi la presentazione e la partecipazione virtuale di alcune realtà.