Mentre il cantiere del nuovo e terzo spazio di Superstudio, Superstudio Maxi, è in dirittura di arrivo e il nostro team sta lavorando alla progettazione delle iniziative che animeranno lo spazio come, ad esempio, il format espositivo, DNADesignNatureArchitecture, apriamo una finestra su un tema di cui sempre più si sente parlare e che è caratteristica integrante dello spirito e dell’architettura di Superstudio Maxi: la certificazione LEED (Leader in Energy and Environmental Design). Ne parliamo con l’architetto Riccardo Hopps, esperto in protocolli LEED.
Diffuso in Italia per lo più fra gli immobili destinati ad uso ufficio, il protocollo LEED, è molto di più di una semplice valutazione...
Mentre il cantiere del nuovo e terzo spazio di Superstudio, Superstudio Maxi, è in dirittura di arrivo e il nostro team sta lavorando alla progettazione delle iniziative che animeranno lo spazio come, ad esempio, il format espositivo, DNADesignNatureArchitecture, apriamo una finestra su un tema di cui sempre più si sente parlare e che è caratteristica integrante dello spirito e dell’architettura di Superstudio Maxi: la certificazione LEED (Leader in Energy and Environmental Design). Ne parliamo con l’architetto Riccardo Hopps, esperto in protocolli LEED.
Diffuso in Italia per lo più fra gli immobili destinati ad uso ufficio, il protocollo LEED, è molto di più di una semplice valutazione degli standard di sostenibilità tecnici di un edificio. Consiste infatti in un programma completo volto a valutare criteri come vivibilità, eco-compatibilità, rapporto economicità/efficienza durante tutto il ciclo di vita dell’immobile. I crediti LEED che danno diritto alla certificazione, si basano su otto ambiti di valutazione, seguendo un’ottica di completezza, relazionalità e continuità: trasporto e ubicazione, sostenibilità del sito, efficienza delle risorse idriche, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità degli ambienti interni, innovazione, priorità regionale. L’architetto Riccardo Hopps di OGBstudio, esperto in protocolli LEED ci spiega meglio questo processo.
"È ormai consapevolezza diffusa quanto sia importante avere più rispetto del nostro pianeta. I cambiamenti climatici sono il risultato evidente di quanta strada dobbiamo ancora percorrere per modificare il nostro 'modo' di vivere; consumiamo più risorse di quante il nostro ecosistema riesca a rigenerare, tanto da compromettere la vita delle future generazioni. Per invertire questa tendenza è necessario riuscire a costruire una economia basata sulla 'circolarità', un modello di produzione e consumo che preveda e promuova il riutilizzo, il recupero, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Facendo questo, estenderemo il ciclo di vita dei prodotti e trasformeremo il 'rifiuto' in risorsa. LEED è un set di strumenti che ha permesso l’introduzione del concetto di economia circolare e di ciclo di vita all’interno della filiera delle costruzioni, e lo applica in due ambiti: uno legato al processo di certificazione, l’altro riferito al prodotto: sia questo l’edificio o il singolo materiale che lo compone. L’obiettivo di LEED è la verifica, la misura e la certificazione delle prestazioni di un intervento immobiliare, valutando l’impatto ambientale, l’efficienza energetica e idrica, la qualità indoor e le ricadute sulla salute dei futuri occupanti. La famiglia dei protocolli permette di certificare un nuovo edificio così come un intervento di riqualificazione del patrimonio esistente, fino ad arrivare alla fase di gestione e manutenzione."
Sul sito di USGBC® leggiamo che la certificazione LEED contribuisce alla riduzione del traffico e delle emissioni, al risparmio idrico, alla riduzione dei rifiuti e anche a rendere le persone più felici. Sembra un sogno. La domanda viene spontanea: com’è possibile?
Il punto di forza dei protocolli è la logica di tipo multicriteriale su cui si basano. Questa permette di mettere a sistema una serie di temi complessi e interconnessi che, come anticipavate, spaziano dai trasporti alla qualità degli ambienti interni, passando per la sostenibilità del sito, il consumo delle risorse, la scelta dei materiali e tanto altro ancora. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo di realizzare edifici più efficienti, più salubri e più confortevoli è importante che la procedura segua l’intero processo realizzativo, dalla fase di progettazione alla sua realizzazione finale. Non è magia ma “qualità”. È focalizzare l’attenzione verso le soluzioni che permettono di ridurre l’impatto ambientale delle nostre scelte e considerare al centro le persone che vivono gli spazi che noi architetti progettiamo.
La scelta di dotare un immobile di certificazione LEED rappresenta un investimento non da poco, sia in termini di impegno economico che progettuale. Prevedere il ritorno di questo investimento e in che modo sia misurabile è uno dei primi passi prima della decisione finale. Hopps conferma:
Confesso che questa è la prima domanda che la maggior parte dei clienti pongono prima di intraprendere un percorso di certificazione LEED. Per rispondere provo a fare un parallelo con il settore automobilistico. Un acquirente che vuole comprare una “Ferrari” non porrà mai la domanda su quanto sia l’extra-costo rispetto ad un modello utilitario. Perché capisce bene che a fronte di un costo maggiore avrà un’automobile con prestazioni molto più alte. Fin qui il parallelo regge: quindi un edificio certificato LEED è la “Ferrari” del settore delle costruzioni. Il paragone si fa decisamente meno calzante, ma comunque utile, se ragioniamo in termini di consumo e di costi di gestione in fase di esercizio; al contrario della nostra “Ferrari”, gli edifici certificati avranno dei costi di gestione più ridotti e controllabili di un edificio standard. Pertanto, il primo grande ritorno è di tipo economico in fase di gestione; il secondo grande ritorno è in termini di immagine aziendale. Il patrimonio certificato ha una riconoscibilità consolidata in tutto il mondo, proprio perché il marchio LEED è sinonimo di qualità. Terzo elemento a favore, soprattutto per chi deve vendere o affittare un edificio certificato LEED, è la maggiore valorizzazione sul mercato, variabile tra il 7% e l’11%, oltre alla rapidità ed efficacia della transazione stessa. Altri aspetti, che io non considero affatto secondari, sono riconducibili al maggiore confort e salubrità degli ambienti e in un periodo come quello che stiamo vivendo, attanagliati dalla pandemia da Covid-19, sapere di vivere o lavorare in un edificio che valorizza anche la nostra salute, acquista il gradino più alto in assoluto nella scala dei valori.
Superstudio Maxi ha scelto da subito per il suo processo di rigenerazione di essere certificato LEED. Il che lo rende diverso rispetto alle altre location per eventi.
Iniziamo con il dire che Superstudio Maxi è la prima location per eventi ad essere certificata LEED in Italia e in Europa e tra le pochissime nel mondo; già questo primato è un valore assoluto. Sin dal primo incontro con Tommaso Borioli, CEO di Superstudio Events, si è creata una sintonia molto forte; in questo la sensibilità ai temi ambientali del Committente è estremamente importante e Superstudio era già una realtà che poneva grande attenzione a questi temi. Il processo ha richiesto, fin dall’inizio, un importante lavoro sinergico tra tutti gli attori coinvolti, trainati da un committente motivato, affinché progetto e costruzione fossero orientati al rispetto rigoroso dei requisiti prestazionali richiesti da LEED. Grazie a questo, il risultato sarà che Superstudio Maxi, rispetto ad altre location non certificate, utilizzerà meno energia e acqua, evitando sprechi e risparmiando sui costi di manutenzione; offrirà maggiore comfort ai futuri occupanti e, grazie alla certificazione LEED, potrà attribuirsi il merito di avere contenuto e controllato gli impatti ambientali per la comunità. Do un numero per tutti, per dare l’idea dei risultati raggiunti, in ambito energetico Superstudio Maxi ha guadagnato 18 punti sui 18 disponibili, pertanto il massimo possibile. La cosa più importante però è riuscire a trasmettere consapevolezza. Insieme a Superstudio stiamo immaginando una comunicazione coordinata affinché l’immobile stesso, una volta concluso e vissuto, diventi uno strumento di divulgazione dei temi energetici-ambientali implementati e delle strategie applicate. Attraverso il racconto del traguardo raggiunto, Superstudio Maxi sarà, esso stesso, un messaggio educativo positivo e di speranza per le future generazioni.