IT | EN
25/03/2022 | ARTE, EVENTI

(UN)-FAIR: NUOVA FIERA CONTROCORRENTE

Di: Silvia Zanni

Dopo tanti rinvii finalmente è arrivato il suo momento. Dall’8 al 10 aprile al Superstudio Maxi verrà presentata una nuova idea di fiera, (Un)-Fair, che, attraverso un eloquente gioco di parole, ribalta e problematizza il concetto di fiera-mercato. Le fondatrici e direttrici dell’evento, Laura Gabellotto e Manuela Porcu raccontano come e perché è nata questa innovativa “anti-fiera”, all’insegna di un collezionismo giovane e sostenibile.

(Un)-Fair è alla sua prima edizione. Da dove nasce questo progetto?
(Un)-Fair sorge dal desiderio di ritrovare uno spazio di socialità, di scambio e di conoscenza in un periodo in cui tutto il mondo dell’arte – e non solo – è stato costretto ad una battuta d’arresto. Questa manifestazione nasce anche dalla necessità di dare spazio ad una nuova generazione di collezionisti, mettendoli in contatto con il mondo delle gallerie e del mercato dell’arte, attraverso nuove modalità di interazione e in modo non convenzionale. Non volevamo creare “l’ennesima fiera d’arte”, ma una realtà che potesse essere di sostegno al sistema dell’arte dei nostri giorni: dagli artisti alle gallerie, infine, ai collezionisti.

Il nome stesso della manifestazione è il suo programma?
Il nome fa riferimento al termine fair – in inglese, "fiera" – e naturalmente ad unfair – in inglese “ingiusto” – con l’obiettivo di ribaltarne la connotazione negativa: un’ironica negazione del concetto tradizionale di fiera per un evento che è, invece, all’insegna della fair-ness perché si presta al supporto del sistema dell’arte ed è attento a tematiche di grande importanza per il contemporaneo. Le parentesi di (Un)-Fair creano il gioco visivo e concettuale tra fair/unfair e sottolineano come la percezione di ciò che è innovativo o non innovativo, cioè che è tradizionale o non tradizionale, ciò che è giusto o sbagliato, sia estremamente legata alla dimensione della soggettività, così come tutte le esperienze legate al mondo dell’arte.

Perché (Un)-Fair è diversa dalle altre fiere-mercato e su quali punti insiste per presentarsi a collezionisti ed espositori?
(Un)-Fair vuole essere un punto di riferimento per i nuovi collezionisti in un ambiente innovativo e interessante, con tante possibilità di interagire, approfondire, ma anche intrattenersi con l’arte contemporanea. Promuove un collezionismo "sostenibile" e consapevole, si rivolge a persone che acquistano arte contemporanea per passione, per il piacere di vivere con l’arte, per mecenatismo, per sostenere gli artisti, ma anche a quanti, potenzialmente interessati, non hanno ancora avuto occasione di iniziare questo percorso: sono queste le persone che ci piace definire la “nuova generazione di collezionisti” e che seguono un percorso di acquisto, scelta, linguaggi, motivazioni, a volte differenti dai collezionisti della tradizione. Allo stesso modo, (Un)-Fair si rivolge alle gallerie che si riconoscono in un modo nuovo di parlare di arte contemporanea, che hanno voglia di aprirsi a queste nuove dinamiche e incontrare un collezionismo inedito, e lo fa proponendo un nuovo concetto di “fiera-non-fiera”: (Un)-Fair vuole essere partner delle gallerie, proponendosi con iniziative di supporto al proprio network estese ai restanti 360 giorni dell’anno.

Spesso si sente dire che l’arte contemporanea è difficile, addirittura “incomprensibile”. Come (Un)-Fair si pone rispetto a questo nodo d’attualità e come intende presentarsi al pubblico che la visiterà?
Laura Gabellotto: L’arte contemporanea è forse quella più vicina a noi perché nasce nel nostro momento storico, riflette una particolare visione che, in qualche modo, ci appartiene. Fa già parte della nostra cultura. Ogni artista dà la propria interpretazione di una complessità che fa parte del vissuto di ognuno di noi. Potrebbe non essere immediato il passaggio da una dimensione così soggettiva ad una "oggettiva" per cui capita che per comprendere un’opera sia richiesta una certa attivazione di chi la fruisce. Ma è proprio questa attività di lettura personale che rende il processo ancora più interessante. Obiettivo di (Un)-Fair è quello di spingere ad andare oltre la semplice superficie, proponendo momenti di approfondimento, attività collaterali, incontri, che aiutino a mettersi in relazione con l’arte contemporanea.

Manuela Porcu: C’è ancora chi la definisce incomprensibile? L’ultimo anno e mezzo che abbiamo passato tra un lockdown e un coprifuoco, rinchiusi nelle nostre case, ci ha fatto scoprire quanto l’arte sia importante proprio nella nostra quotidianità. Molte persone hanno iniziato a cercare e scoprire nuovi artisti, acquistare online, e la scelta in molti casi è ricaduta sull’arte contemporanea; il perché non riguarda solo la sua disponibilità (certo, è più facile portare a casa un’opera di un artista contemporaneo che un Botticelli), ma, a costo di essere didascalici, l’arte contemporanea è un prodotto dei nostri giorni e i suoi linguaggi ci appartengono.
Non è un caso che (Un)-Fair punti tutto sul contemporaneo: una fiera di artisti ed opere contemporanee per collezionisti contemporanei.

Quale sarà il tema della fiera?
Si parlerà di parità di genere, di sostenibilità, di valorizzazione delle diversità culturali. Ogni galleria presenterà una propria visione di contemporaneità, offrendo ai visitatori diverse interpretazioni della realtà che stiamo vivendo e sfumature di quello che significa oggi fare arte contemporanea.

Colpi di scena? Progetti speciali? Qualche anticipazione?
Una piccola anticipazione: a proposito delle nuove modalità di interazione con l’arte contemporanea, i visitatori avranno l’opportunità di visitare la fiera da una prospettiva assolutamente inusuale, grazie al lavoro della coreografa e danzatrice italo-giapponese Masako Matsushita che, proseguendo un percorso da lei iniziato con il progetto europeo, Dancing Museums, ha pensato per (Un)-Fair a delle attività performative per vivere la fiera e il rapporto con le opere in maniera non convenzionale.

Ovviamente consigliamo di seguirci sui social media (Instagram, Facebook) e di iscriversi alla newsletter di (Un)-Fair per rimanere aggiornati su tutte le prossime novità!

Marco Manzella, Tuffatrice, opera esposta da Bernabò Home Gallery (crediti a Bernabò Home Gallery e (Un)Fair)
Christine Barrès, Marine, opera esposta da coGALERIE (crediti a coGALERIE e (Un)Fair)
Shout, L'isola verde, digital art print, opera esposta da Artemattamilano (crediti a Artemattamilano e (Un)Fair)
Casassola, Crypticus Scientia, opera esposta da DDR Art Gallery (crediti a Casassola e DDR Art Gallery)

PROSSIMO ARTICOLO

ANGELA. UNA "RINASCITA" PROLUNGATA

ARCHITETTURA
ARTE
DESIGN
DISCOVERING
DUBAI
EDITORIA
EDITORIALE
EVENTI
FOTOGRAFIA
GREEN
INNOVAZIONE
LIBRI
LOCATION
MODA
MOSTRE
PEOPLE
TALKS
TENDENZE
VIDEO
MILANO FASHION WEEK
CINEMA
ARCHIVIO COMPLETO
ARTICOLI IN EVIDENZA