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19/11/2021 | ARTE, EVENTI

SALONE DELLA CULTURA: IL LIBRO PRIMA DI TUTTO

Di: Silvia Zanni

Sa tante cose ma non sa parlare, corre di mano in mano ma resta fermo… e questo week-end è tutto per lui. Di chi parliamo? Del libro, ovviamente. Inizia il 20 novembre al Superstudio Maxi il Salone della Cultura, con la partecipazione di 220 espositori, librerie indipendenti e antiquari da dieci nazioni diverse. Varietà è la parola d’ordine: accanto al libro antico si trovano quello moderno e d’occasione che, insieme, restituiscono l’immagine in movimento dell’editoria di oggi. Novità di quest’anno: sei mostre tematiche e il gemellaggio con BookCity.

«La lettura dei buoni libri è una sorta di conversazione con gli spiriti migliori dei secoli passati» diceva Cartesio: la conversazione cambia, gli interlocutori si avvicendano, ma il motore è sempre lo stesso, l’esigenza di conoscere. Il neonato binomio Salone-BookCity celebra la curiosità di sapere attraverso la parola di amanti dei libri e scrittori. Poi ci sono i collezionisti. L’iniziativa dell’Associazione Internazionale di Bibliofilia esalta una passione fuori dal tempo, quella per il collezionismo librario: durante il Salone verrà assegnato il premio biennale Aldus Club insieme a delle menzioni speciali ai giovani che con le loro collezioni contribuiscono a «promuovere i sentimenti d’amore e di rispetto verso il più nobile prodotto dell’intelligenza umana: il libro».
Un’enorme libreria – quasi un totem – scandisce poi lo spazio: oltre 300.000 i titoli di medio-grandi editori indipendenti che non potevano presentarsi in stand ma non volevano neppure rinunciare a questa edizione. Una varietà incredibile di volumi anima i ripiani di questo monumento librario, dai libri antichi agli incunaboli, alle ultime in libreria.
La vera intuizione di questa edizione è stata, però, quella di offrire al visitatore una selezione di sei piccole mostre tematiche. Un fil rouge corre tra loro, le intreccia, crea dialoghi e relazioni, originali scorci e rappresentazioni.
Vinyl Warhol. Si tratta degli LP realizzati da Andy Warhol. Tra questi pezzi d’eccezione, le copertine degli album più iconici della storia dell musica – Sticky Fingers dei Rolling Stones con la provocatoria zip “appiccicata” sul disegno dei jeans; la banana da sbucciare sulla copertina del "banana album" dei Velvet Underground. Novità esclusiva di questa mostra: Madrigal’s magic key to spanish, copertina inedita che avrebbe forse fatto parte di un progetto musicale a tema “imparare lo spagnolo”, mai realizzato.
La Libreria Antiquaria Pontremoli espone quaranta edizioni dei tredici scritti di Ignazio Silone nella mostra Ignazio Silone: il mistero delle edizioni originali. Tra queste, vere e proprie preziosità librarie, come le sovraccoperte disegnate dal designer tedesco Max Bill per l’opera più conosciuta della produzione di Silone, Fontamara.
Interessantissima la mostra Bruno Munari. "I Satelliti Bompiani". La fantasia di Munari lo ha portato a realizzare una serie unica di 45 volumi: «il pianeta è un grande cerchio nero che contiene il titolo scavato in bianco attorno al quale ruotano dei puntini scuri, i cosiddetti satelliti, il cui numero aumenterà in copertina con il procedere delle pubblicazioni». I cerchi, forme antichissime nel tempo della storia, ossessioni della vita creativa di Munari, raccontano la genesi della prima collana editoriale a “scadenza”.
War rugs – i tappeti delle guerre afghane: la mostra esibisce i tappeti come oggetti culturali ma anche come documenti storici che nella trama dell’intreccio rivelano visioni e figure del mondo. Sono storie delle guerre degli ultimi trent’anni, combattute con armi di ultima generazione, fonti di “terrore e stupore” per i popoli che le hanno tradotte in immagini secondo le categorie della loro cultura.
La Croce Rossa italiana mette in mostra l’impegno umanitario svolto dalla Grande Guerra fino al Covid-19. Fotografie originali, cimeli, diari ne arricchiscono il racconto. Il modello a grandezza naturale di un ospedale da campo della Pima Guerra Mondiale ricostruirà il luogo-principe in cui si svolgeva il primo soccorso sui campi di battaglia durante il conflitto del 1915-1918.
Anticipa il ricordo dei cinquant’anni dalla morte, una mostra dedicata a Dino Buzzati, Dino Buzzati. La famosa invasione degli orsi in Sicilia, e all’intreccio con il suo altro mestiere, quello di pittore. «Attraverso le teche destinate ad ospitare Buzzati, si dipana cronologicamente la sua produzione libraria, dal 1940 del Deserto dei Tartari (che qui arriva nella sua doppia prima edizione, in brossura e telata) fino agli ultimi approdi in cui fonde testo e immagini. Ma il filo conduttore non può che essere la parola, scritta dalla mano stessa di Buzzati, che molto spesso trasformava il rito della dedica libraria in un’occasione creativa che ci ha lasciato dei veri e propri micro-racconti del tutto inediti» spiega il curatore, Marco Perale.
Dalle parole e le immagini di Buzzati si passa alle immagini e alle parole di Depero con la mostra Fortunato Depero, Il manoscritto inedito. Protagonista è il corpus completo di Il pubblico e l’artista, manoscritto mai pubblicato – appena edito da Luni Editrice, principale sponsor dell’evento – che con l’escamotage del discorso con tre «signorine altere e scanzonate» rivela la visione di Depero sull’arte del XX secolo.

Andy Warhol, Banana Album, 1967, courtesy Salone della Cultura
Copertina di Lo studio dell'uomo nella collana "I Satelliti di Bompiani", grafica di Bruno Munari, courtesy Salone della Cultura
Illustrazione della Famosa invasione degli orsi in Sicilia di Dino Buzzati, courtesy Salone della Cultura
Fortunato Depero, Ventaglio futurista, courtesy Salone della Cultura

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