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01/04/2012 | DESIGN, EDITORIALE

E L’OGGETTO SI SMATERIALIZZO'

Di: Gisella Borioli
Una tempesta di suoni, video, luci, proiezioni, ologrammi, 3D, realtà aumentata, effetti speciali, sembra essere l’ultima frontiera del grande spettacolo per rappresentare il nuovo design in questa Design Week. Con la complicità di visual-artist di grande spessore e di raffinate tecnologie l’oggetto sembra essersi smaterializzato, scaturire dalle emozioni sonore e visive di cui è complemento, e non viceversa. Storie di prodotto raccontate con le immagini, la musica, i film, le parole, l’evocazione, l’interattività. Una tendenza che quest’anno invita a nuove sensazioni e interrogativi, sollecita altre curiosità al di là del semplice gesto di sedersi, aprire un armadio, accendere una luce. Una tendenza che è il fil rouge del Temporary Museum for New Design 2012, progetto che ha saputo trasformare un evento fieristico in un evento emozionale, con l’impegno di tutti i partecipanti, come avviene solo qui. Non è facile, in un mondo che sposta sempre più in là i confini della conoscenza, stare al passo delle innovazioni immateriali, delle meraviglie della tecnologia, navigare tra smart mobile device, tra app e cloud sempre più misteriosi e complessi. Ecco, il Temporary Museum, con la sua ambizione “meno fiera e più museo”, accompagna il visitatore in un percorso che racconta di sedie, tavoli, divani, contenitori, lampadari, oggetti, marmi e materiali che ridisegnano il mondo reale, ma anche le inarrestabili magie che continuamente ridefiniscono quel mondo virtuale che è ormai parte predominante della nostra vita.

Per un attimo, avvolti da questa ipotesi di futuro che è già il nostro presente, si dimentica la crisi globale, la politica in subbuglio, il pianeta senza certezze. Si entra nel mondo dell’impegno, della ricerca, della qualità. Del sogno, forse. Chissà come reagirebbero i grandi architetti e i grandi intellettuali della storia davanti a questa società liquida, ibrida, inquieta, instabile, in accelerata mutazione? Un invito a riflettere, ad accompagnare le emozioni col pensiero viene dalla scelta di avvicinare alle nuove proposte dei designer e dei creativi le parole dei grandi uomini della storia. Frasi che pesano. “L’immaginazione è più importante della conoscenza. (Albert Einstein)”, “Modernità non consiste nell’adottare quattro mobili quadrati. (Gio Ponti)”, “Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. (Mahatma Gandhi)” e altri aforismi di profondo significato punteggiano la strada che conduce alle singole mostre presentate nelle due sedi del Temporary Museum, al Superstudio Più e al Superstudio 13. Ci sembra siano la sintesi tra quanto andiamo cercando: la sicurezza del corpo, del cuore e della mente.

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