La Fashion Week appena conclusa a Milano tra eventi phigital, sfilate reali e sfilate digitali, più che nuovi vestiti (ormai tutto è lecito) ha portato un’altra idea di bellezza. In scena più che l’estetica è andata l’identità: donne “vere” al posto di omologate modelle. Un altro segnale positivo nell’anno che inaugura il decennio che già vede molte donne in primo piano in posti chiave.
Se c’è una osservazione di ordine generale che mi sento di fare dopo la coraggiosa Fashion Week di Milano che ha messo in fila sfilate reali, digitali, virtuali, essenziali, spettacolari, classiche, reinventate, filmate - tutte interessanti anche se purtroppo un po’ fredde per mancanza di calore umano baci commenti a caldo ed applausi rock - non è tanto la varietà di proposte di ogni tipo (a quello siamo abituati) quanto il cambiamento di modelle e modelli chiamati a presentarle. Scelta più etica che estetica...