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01/04/2011 | DESIGN, EDITORIALE

MUSEUM NUMERO 3

Di: Gisella Borioli

Sembrava una pazzia, tre anni fa, l’idea di Gisella Borioli, CEO di Superstudio Group, di reintitolare “Temporary Museum” l’evento tutto sommato commerciale che ospitava al Superstudio Più fin dal 2001 alcune aziende di design che avevano scelto di esporre in zona Tortona, diventato quartiere espositivo complementare al “Salone del Mobile” di Rho, a Milano. Sembrava una follia porsi un museo contemporaneo come punto di riferimento per costruire una esposizione multipla di brand ciascuno con una ben precisa e diversa identità e chiedere loro il sacrificio di chiudersi in lunghe “gallery” misteriose anziché aprirsi in stand espansivi, di rinunciare al giganteggiare del logo esterno a favore di una segnaletica discreta e uniforme, di impegnarsi in una esposizione artistica

Sembrava una pazzia, tre anni fa, l’idea di Gisella Borioli, CEO di Superstudio Group, di reintitolare “Temporary Museum” l’evento tutto sommato commerciale che ospitava al Superstudio Più fin dal 2001 alcune aziende di design che avevano scelto di esporre in zona Tortona, diventato quartiere espositivo complementare al “Salone del Mobile” di Rho, a Milano. Sembrava una follia porsi un museo contemporaneo come punto di riferimento per costruire una esposizione multipla di brand ciascuno con una ben precisa e diversa identità e chiedere loro il sacrificio di chiudersi in lunghe “gallery” misteriose anziché aprirsi in stand espansivi, di rinunciare al giganteggiare del logo esterno a favore di una segnaletica discreta e uniforme, di impegnarsi in una esposizione artistica fatta più per stupire che per vendere, valorizzando più il progetto che il prodotto. Sembrava una assurdità l'ambizione di creare un luogo iconico, diverso, riflessivo, intrigante, mutevole, ospitale, non fieristico, come appunto un Museo, seppur temporaneo. 
Ma con l’aiuto di Giulio Cappellini, geniale e rigoroso talent scout di teste valide e cose belle, come complice e art director, il progetto poteva avverarsi. Al terzo anno il Temporary Museum for New Design di Superstudio è un successo che ha fatto scuola. Tutte le aziende presenti sono diventate protagoniste del rinnovamento, e hanno dato il massimo inserendo le loro nuove proposte in contesti vibranti, installazioni inattese. 
Ogni “gallery” è davvero una emozione che non vi lascerà indifferenti. A cominciare da Canon, che con un intervento grafico-artistico fin dall’esterno (foto) annuncia il suo padiglione dove luci, video, suoni, ci parlano del futuro della tecnologia. L’installazione combina i talenti di due team di creativi-designer: il "Hikari no Shokki” (Telaio di Luce), del duo Torafu Architects su cui fluttuano le immagini di “Hikari no Junkan” (Luce circolare) create dallo studio di visual design WOW.




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